Medicina

Usa. Nel consumo di cocaina primi Stati Uniti poi Canada e Italia

Daniele Rosa

Gli effetti drammatici sul corpo. Ne parla il dr. Juan Manuel Alonso Ramis, esperto di dipendenze.

2.000 tonnellate di cocaina vengono prodotte ogni anno nel mondo. Di queste, 700 tonnellate vanno in Europa e il resto soddisfa il mercato nordamericano e canadese. In questa classifica, redatta nel rapporto Global Drug Survey 2018, gli Usa sono al primo posto seguiti da Canada e Italia.

Il Global Drug Survey,con sede a Londra, è una delle più importanti compagnie di studi di ricerca nel settore della droga e dell’alcool.

Ma se Stati Uniti e Canada sono preminentemente ‘solo’ consumatori, secondo il rapporto l’Italia giocherebbe anche un ruolo centrale sotto l’aspetto del narcotraffico. Solo nei primi dieci mesi del 2019 sono state sequestrate ben 5 tonnellate di cocaina, tre volte tanto rispetto al 2018.

I pericoli della cocaina. Italia terza nel mondo come consumo

I pericoli della cocaina sono spesso sottovalutati ma la verità è ben altra. Il dr.Juan Manuel Alonso Ramis, esperto di dipendenze da droga, fa un’analisi chiara e preoccupante dei danni della cocaina sul corpo.

Da dove nasce la cocaina?

‘E’ un alcaloide che proviene dalle foglie della pianta della coca Erythronxylon. E’ un forte stimolatore del sistema nervoso centrale e per questo è una delle droghe più pericolose per lo sviluppo di dipendenza’.

 

Dove agisce?

‘In particolare sui circuiti del cervello responsabili del piacere della gratificazione.Il cervello è programmato a rispondere a stimoli basici come fame, sete o sesso. La cocaina stimola fortemente il sistema cerebrale che si abitua ad una  nuova situazione e si dimentica della tolleranza. Per questo ne richiede sempre di più e, se non la riceve, attiva la sindrome da astinenza’.

 

Gli effetti nel breve periodo quali sono?

I pericoli della cocaina. Italia terza nel mondo come consumo

‘ I più comuni sono l’aumento di energia ed euforia, il calo dell’appetito e la falsa sensazione di velocità mentale, l’aumento della temperatura del corpo e la dilatazione delle pupille. Senza dimenticare l’aumento della pressione e del battito cardiaco.Tutto questo può’ tradursi nel rischio di un infarto del miocardio, o un ictus o una morte improvvisa cardiaca’.

 

E quelli a lungo periodo?

’Sicuramente le alterazioni cardiovascolari, aritmie, infarti ed ictus. E pure malattie respiratorie,emorragie polmonari, perforazioni delle narici ed edemi polmonari. Malattie che toccano il fegato e malattie neurologiche come cefalea, ictus ischemici e emorragia cerebrale.

Malattie ai reni e malattie legate alla digestione come anoressia, vomito, diarrea e ulcere gastroduodenali. Dove il corpo viene colpito dipende soprattutto da come la cocaina viene assunta, se per via orale o se viene inalata. Il rischio nell’assunzione per via endovenosa è invece quello di contrarre epatiti o l’HIV’

 

Ed altri effetti meno conosciuti?

 

’Sicuramente c’è il rischio di sviluppare malattie neurovegetative come il Parkinson, o il peggioramento delle capacità cognitive come la memoria e l’apprendimento. Le allucinazioni e alterazioni della percezione sono altri effetti disastrosi derivanti dal consumo di cocaina. L’uso della cocaina poi, in combinazione con l’alcool, è una miscela esplosiva ‘.

 

E la mortalità è alta?

‘ Non è molto alta, 1 ogni 100000 persone.Ma in realtà i dati non sono troppo veritieri perché se una persona muore di infarto a causa di cocaina la causa ufficiale della morte sarà per infarto, e non per cocaina’.

 

E quali sono i target di consumatori più numerosi e facilmente attaccabili da questo vizio?

‘ Chi fa consumo di droghe diverse, gli adolescenti, le persone più deboli a livello genetico, le donne incinte e soprattutto chi ne fa uso per divertimento’.

 

E cosa si può’ fare per liberarsi dalla cocaina?

‘Non è facile ma forse più facile che liberarsi dall’eroina. Non esiste un trattamento farmacologico ad hoc ma quello che sicuramente bisogna fare è avvicinarsi con fiducia a centri professionali qualificati perché da soli non se ne esce’.