Vaccini, l'oncologo Tirelli: "Colleghi medici pro-vax ma poi non si vaccinano"
Vaccini, ecco la lettera integrale del Professor Umberto Tirelli
Vaccini, l'oncologo Tirelli: "Colleghi medici pro-vax ma poi non si vaccinano"
Il tema dei vaccini sta dividendo il mondo della politica e della sanità. Affari Italiani pubblica la lettera di denuncia dell’oncologo, di fama mondiale e direttore del Centro Tumori di Pordenone, Umberto Tirelli. Nella sua lettera Tirelli denuncia come troppi medici predichino bene ma razzolino male, non vaccinando né se stessi né i propri figli.
Vaccini, ecco la lettera integrale del Professor Umberto Tirelli
“Voglio subito affermare senza tema di smentita che sono molto a favore dei vaccini sia per combattere le malattie infettive nei bambini e negli adulti (anche l’influenza) e cosi pure certe malattie tumorali (tra le altre tumori dell’utero e del fegato, poco segnalate nel dibattito attuale ma a lungo temine molto importanti). Detto questo, non mi piacciono le affermazioni con toni da crociate di chi sembra avere la verità rivelata in tasca contro coloro che non sono a favore dei vaccini (no-vax) anche perché chi le porta avanti, parlo soprattutto dei miei colleghi medici, è a parole pro-vax ma nei fatti è spesso no-vax, vedi la scarsissima adesione (non oltre il 10-15%) dei medici alle vaccinazioni contro l’influenza alle quali sarebbero moralmente obbligati a rispondere positivamente ogni anno in autunno-inverno per proteggere le persone immunodepresse con le quali questi medici vengono a contatto negli ospedali e negli ambulatori (tra gli altri per citarne solo alcuni, pazienti tumorali in chemioterapia, trapiantati di midollo e di organo solido, pazienti con malattie immunologiche, eccetera) e ai quali possono trasmettere una patologia potenzialmente mortale come l’influenza, e comunque molti di più dei bambini immunodepressi che sono a rischio a causa dei bambini non vaccinati con i quali vengono a contatto per esempio negli asili e nelle scuole".
Tirelli denuncia: "Io mi vaccino ogni anno, i miei colleghi no"
"Io personalmente ogni anno, da diversi anni, mi vaccino contro l’influenza e ne faccio un annuncio pubblicitario sui media ma con scarso effetto sui miei colleghi medici e l’altro personale sanitario che si comportano da no-vax e non si vaccinano. Inoltre la trasparenza e il consenso informato tanto sbandierati nel rapporto medico-paziente imporrebbero ai miei colleghi medici che parlano con i genitori dei bambini da vaccinare di sottolineare non solo i grandi vantaggi dei vaccini ma anche i pur molto rari effetti collaterali severi che si possono verificare, come è ben scritto nel sito dei CDC (Centers for Disease Control) di Atlanta, una sorta di Istituto Superiore di Sanità americano (vedi su google: CDC Atlanta side effects vaccines) e che mi è capitato di vedere pur molto raramente nella mia pratica medica come Direttore del Centro Tumori, Cfs, Fibromialgia e Ossigeno Ozonoterapia della Clinica MEDE di Sacile (Pordenone). Inoltre, la Commissione Parlamentare sull’uranio impoverito del nostro Paese, alla quale ho partecipato personalmente in audizione, ha concluso recentemente i suoi lavori affermando che le polivaccinazioni nei militari che sono reduci dal Kosovo possono essere stati la causa di malattie linfoproliferative e autoimmuni alle quali sono andati incontro e raccomanda di usare vaccini in monodose e non in dosi multiple, e comunque con non più di 5 vaccini insieme, perchè potenzialmente pericolose".
Tirelli conclude: "I medici devono vaccinarsi e dare il buon esempio"
"Concludo affermando di nuovo che i vantaggi delle vaccinazioni contro le malattie infettive e tumorali sopravanzano enormemente gli effetti collaterali, peraltro presenti in tutte le pratiche mediche e chirurgiche, e comunque molto raramente severi, e sono un grande progresso della medicina moderna. Invito i miei colleghi medici ad agire attivamente con l’implementazione dei programmi vaccinali con una comunicazione come sopra riportata con i genitori, dando anche loro il buon esempio vaccinandosi quando loro richiesto come con l’influenza”.