Medicina

"Verdura a cena, notte più serena": come prevenire cancro e diabete

Di Monica Camozzi

Una sostanza naturale per contrastare l'azione infiammatoria di patologie gravi: Affari ne parla con il farmacologo e biochimico Mauro Miceli

In che modo e in che dosi cavolfiori e broccoli ci aiutano a combattere diabete, radicali liberi e forme infiammatorie?

Come alimenti funzionali, vanno consumati senza quasi cuocerli, al massimo al vapore, almeno tre volte la settimana: cuocendoli purtroppo si distrugge un enzima fondamentale per consentire al sulforafano di liberarsi. Questa sostanza non è disponibile subito, ma è in legame con una molecola zuccherina: per liberarla gli ortaggi vanno tagliati prima di cuocerli e soprattutto vanno cotti poco e al vapore. Oppure lo si assume sotto forma di estratto: in questo modo il sulforafano diventa un nutraceutico, ovvero il principio biologicamente attivo dell’alimento funzionale. Con aggiunta di licopene, tratto dai pomodori, ne traiamo uno dei più potenti antiossidanti a nostra disposizione. Esso, secondo la recente letteratura, risulta utile per controllare il livello dei lipidi e del colesterolo ed evitare che questo subisca modifiche come ossidazione e glicazione, che potrebbero portare a patologie.

Inoltre, i germogli di broccoli, che hanno dimostrato di avere il massimo contenuto di sulforafano, contengono vitamine, acido folico, minerali come calcio, ferro e potassio e un’ampia quantità di antiossidanti (carotenoidi, flavonoidi, clorofilla e glucosinati).

Quali altre proprietà ha questa molecola?

Dagli studi fatti emergono azioni anti-tumorali, anti microbiche e anti virali. In particolare, il sulforafano è capace di aumentare nel DNA l’espressione del gene Nrf2. Questo gene va a stimolare la produzione degli antiossidanti endogeni della cellula ed è antagonista di un altro gene che al contrario è  ossidante e ad azione fortemente infiammatoria  (NFkb, citochina pro-tumorale).

Quindi possiamo parlare di azione anti tumorale?

Bloccare il gene NFkb significa agire sui meccanismi di base del cancro. Questo gene è coinvolto nella angiogenesi, ovvero nello sviluppo di vasi sanguigni tumorali che ne favoriscono la proliferazione e metastasi. Si è visto che  un consumo importante di brassicacee  (dalle 3 alle 5 volte a settimana)  portava una riduzione del rischio dal 30 al 40%. In particolare, si è riscontrata una riduzione sia sui tumori mammari, che su quelli prostatici e dell’ovaio.