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Mediaset tiene botta allo streaming e cresce del 20%: più della media di tutti i broadcaster in Europa
il sistema cross mediale multi piattaforma, non solo tv, ma anche web, piace agli investitori pubblicitari
Mfe, la tv generalista resiste al web
La tv generalista (e gratuita) tiene botta alle piattaforme streaming a pagamento. Lo dicono i conti dei primi sei mesi di Mediaset ossia Mfe-MediaForEurope, il nome dopo il trasferimento della sede legale in Olanda. Ebbene per la società controllata dalla famiglia Berlusconi l'utile semestrale è cresciuto del 20,2% a 104,7 milioni di euro.
E dunque il sistema cross mediale multi piattaforma, non solo tv, ma anche ovviamente il web che ripropone i contenuti aggiungendone nuovi, per gli investitori pubblicitari evidentemente fa la differenza vista la crescita dei ricavi del 7,8% a 1,476 miliardi, superiori al consenso degli analisti, che stimavano 1,473 miliardi di ricavi e un utile di 99 milioni. In forte riduzione il debito passato da 900 milioni di dicembre ai 662 attuali. Il risultato è un rialzo delle azioni Mfe in Borsa di circa il 3%. In Italia confermato anche nei primi sei mesi la leadership sul target commerciale (15-64 anni) nel totale giornata con uno share del 39,8%, nel Day Time con il 40,3% e nel Prime Time con il 38,4%.
Canale 5, la rete ammiraglia del gruppo di Cologno, si conferma prima rete nazionale su tale target nella fascia delle 24 ore e del Day Time. Bene anche gli ascolti in Spagna dove Prime Time il gruppo ha raggiunto una quota del 24,9%. Quanto alla Germania dove Mfe è il primo azionista di Prosiebensat con circa il 30%, la società resta vigile sulle mosse del management che ha messo in vendita alcuni asset non core come richiesto dal Biscione.
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«Come azionista di lungo periodo- recita il comunicato- Mfe rimane focalizzato sul costante presidio del proprio investimento, supportando il management della società a dare concreta attuazione alla strategia e confidando che possa raggiungere tutti gli obiettivi dichiarati al mercato: focalizzazione sul core business dell’intrattenimento e valorizzazione degli asset non-core e ci attendiamo per l’esercizio in corso un miglioramento dei principali risultati economici e finanziari rispetto al 2023: utile netto reported, generazione di cassa e riduzione dell’indebitamento».
Del resto l'Ad Pier Silvio Berlusconi aveva anticipato i buoni risultati in una intervista al Tg5. «Abbiamo tutti i fondamentali in crescita - ha detto- e il nostro titolo cresce di più della media di tutti i broadcaster in Europa». Da inizio anno il +20% per le Mfe B e il +19% per le MfA, meglio del 12,08% dell’indice Stoxx 600 Media. E dunque nonostante le scorribande di Netflix anche sul fronte pubblicitario, dato che per abbassare il costo dell'abbonamento ne prevede uno con interruzioni pubblicitarie, Mediaset è riuscita a crescere. "Durante le varie crisi- ha aggiunto Pier Silvio Berlusconi- il mercato della pubblicità è passato da 10 miliardi a 6 miliardi: una perdita del 40%. Ora, buona parte di questi investimenti sono stati recuperati, ma c’è tantissima concorrenza».