Auto e Motori
SEAT sotto pressione: 1.500 posti di lavoro in bilico per le tariffe UE sulle auto elettriche cinesi
Il CEO di SEAT, Wayne Griffiths, lancia l’allarme: se la Commissione Europea non ridurrà la tariffa del 20,7% sulla CUPRA Tavascan prodotta in Cina, la filiale di Volkswagen sarà costretta a tagliare la produzione e licenziare 1.500 lavoratori.
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SEATmarchio del gruppo Volkswagen si trova ad affrontare una crisi senza precedenti a causa delle nuove tariffe imposte dall’Unione Europea sulle auto elettriche prodotte in Cina.
Il CEO della casa automobilistica spagnola, Wayne Griffiths, come riportato da Reuters ha avvertito che, se il sovrapprezzo del 20,7% sulla CUPRA Tavascan non verrà ridotto entro il primo trimestre del 2025, l’azienda sarà costretta a tagliare la produzione e licenziare circa 1.500 lavoratori.
Il caso Tavascan si inserisce in un contesto di forte tensione tra l’industria automobilistica e la politica commerciale europea. SEAT – che commercializza auto a marchio SEAT e CUPRA – è stata duramente colpita dalla decisione della Commissione Europea di imporre tariffe su tutti i veicoli elettrici di produzione cinese venduti nel mercato europeo.
Dal 1° ottobre 2024, SEAT paga un’imposta doganale complessiva del 30,7% (10% preesistente + 20,7% aggiuntivo) sulla CUPRA Tavascan, un SUV elettrico prodotto nello stabilimento VW di Anhui, Cina. Secondo Griffiths, questa tassa ha già avuto un impatto devastante sui conti della società, causando mancati obiettivi finanziari nel 2024 e un potenziale danno di centinaia di milioni di euro nel 2025.
“Non abbiamo molto tempo. Dobbiamo trovare una soluzione entro il primo trimestre”, ha dichiarato Griffiths in un’intervista a Reuters.
Tariffe UE: un boomerang per l’industria europea?
Le misure protezionistiche adottate dall’UE avevano l’obiettivo di difendere l’industria automobilistica europea dalla concorrenza dei veicoli elettrici cinesi a basso costo. Tuttavia, dirigenti di diverse case automobilistiche, tra cui SEAT, BMW, Mercedes-Benz e Tesla, hanno segnalato che le nuove tariffe stanno causando danni collaterali alle stesse aziende europee, invece di proteggerle.
Anche il Primo Ministro spagnolo Pedro Sánchez ha sollevato la questione, facendo appello alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen per rivedere il dazio e tutelare l’occupazione nel settore automotive spagnolo.
Se l’UE non interverrà, SEAT potrebbe essere costretta a ritirare la CUPRA Tavascan dal mercato europeo, una decisione che avrebbe conseguenze drammatiche sulla strategia di elettrificazione del brand.
Emissioni, mercato e licenziamenti: SEAT in un vicolo cieco
La possibile rimozione della Tavascan creerebbe un ulteriore problema per SEAT: come ridurre le emissioni della flottaper rispettare le normative UE?
Le case automobilistiche hanno due opzioni:
1 Acquistare crediti di carbonio dai produttori di veicoli elettrici (un costo aggiuntivo significativo).
2 Ridurre la produzione di auto con motori termici, con impatti diretti sull’occupazione.
Secondo Griffiths, senza una revisione della tariffa, SEAT dovrà ridurre la produzione di veicoli a combustione interna, portando inevitabilmente a licenziamenti.
“Non possiamo risolvere il problema da un giorno all’altro”, ha dichiarato il CEO. “Quindi cosa fare? Ridurre la produzione di motori a combustione e iniziare a licenziare. Se non troviamo una soluzione, questo è ciò che accadrà.”
Il rischio è che la crisi della CUPRA trascini l’intera SEAT in difficoltà, mettendo in discussione il futuro della filiale di Volkswagen.
“CUPRA è il nostro gioco, è ciò che ci ha reso redditizi come azienda”, ha aggiunto Griffiths. “Se CUPRA è a rischio, SEAT è a rischio.”
Un effetto domino su tutto il settore?
Il caso SEAT è solo la punta dell’iceberg di una crisi più ampia che coinvolge tutta l’industria automobilistica europea. Tesla, BMW, Mercedes e diversi produttori cinesi di EV hanno presentato ricorso alla Corte di Giustizia Europeacontro le nuove tariffe, ma i procedimenti potrebbero durare fino a 18 mesi.
SEAT non esclude azioni legali, ma Griffiths sottolinea che l’azienda non può permettersi di aspettare così a lungo.
La situazione di SEAT è un campanello d’allarme per il mercato automotive europeo. Se l’UE non ridurrà le tariffe entro il primo trimestre del 2025, la casa automobilistica spagnola sarà costretta a tagliare la produzione e licenziare 1.500 dipendenti, con un impatto devastante sull’economia locale.
Con l’elettrificazione forzata e le tariffe doganali in aumento, la strategia dell’Unione Europea rischia di penalizzare le stesse aziende che intende proteggere.