Politica
Aborto, pro Life nei consultori. Ira opposizioni. FdI: "No attacco a 194"
Cresce la protesta per l'emendamento al decreto legge sul Pnrr che prevede il coinvolgimento nei consultori delle realtà che sostengono la maternità
Aborto, il blitz della Destra. Cresce la protesta. Le repliche di FdI
Cresce la protesta per l'emendamento al decreto legge sul Pnrr che prevede il coinvolgimento nei consultori di quelle realtà del terzo settore che sostengono la maternità: per le opposizioni è un attacco al diritto di aborto. Mentre nell'Aula della Camera il centrodestra approva la fiducia sul provvedimento, fuori da Montecitorio si ritrovano anche diverse manifestanti della rete dei consultori e di Non una di meno. Un sit-in, organizzato in fretta e furia dopo il via libera alla proposta di modifica del testo base passata in commissione Bilancio, a cui partecipa una delegazione dei partiti di opposizione, la Fp Cgil e altri cittadini.
"E' stato un blitz della maggioranza", sostiene la capogruppo dem Chiara Braga, "ci opporremo in ogni modo". Polemiche "strumentali", replica il presidente dei deputati di FdI Tommaso Foti. Sta di fatto che, almeno alla Camera, con il via libera alla fiducia la misura è blindata. Di qui, la chiamata del Pd ad una "mobilitazione delle Regioni e delle realtà territoriali affinché impediscano che questa norma possa mettere a rischio il diritto di aborto". Intanto, l'associazione Pro Vita & Famiglia si tira fuori.
"Non abbiamo nessuna intenzione di entrare nei consultori - dice il portavoce Jacopo Coghe -. Ciò non toglie l'urgenza di riportare i consultori al ruolo per cui furono pensati dalla legge 194, cioè luoghi dove le donne possano essere aiutate a trovare alternative concrete all'aborto". Una precisazione che non rassicura affatto le attiviste dei centri e degli ambulatori: "Non c'è solo il movimento Pro Vita & famiglia. I movimenti anti-scelta sono una galassia diffusa e articolata. E hanno una forza economica" tale da poter entrare nei consultori anche "senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica", spiega Barbara Piccininni, tra le animatrici del presidio di fronte alla Camera. "Questa proposta è inascoltabile, irricevibile e fuori dalla storia", afferma anche Antonella Veltri, presidente D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza. Al coro si uniscono, con parole nette, numerosi esponenti del Pd, Avs, M5s.
"L'emendamento sui consultori? E' una proposta, la valuteremo - risponde il vicepremier Antonio Tajani -. C'è una legge in Italia che non può certamente essere cambiata" e "non c'è nessuna intenzione" di farlo. Nel partito azzurro, dove lo stesso Tajani ricorda esserci sempre stata "libertà di coscienza" su questi temi, sono molti a non essere entusiasti dell'operazione consultori, ma la linea è di non fare strappi. FdI, che ha presentato l'emendamento, invece, difende l'iniziativa a spada tratta. In Aula il deputato Manlio Messina in Aula chiarisce che "la 194 non si tocca", l'obiettivo è dare alle donne "la possibilità di scegliere tra la morte e la vita. Capisco che alla sinistra, nelle loro sinistre politiche di morte, dà fastidio", l'affondo.
"Ma quale attacco alla 194, l'unica cosa reale è lo strabismo della sinistra sul tema". Ad affermarlo Paola Ambrogio, senatrice di Fratelli d'Italia a proposito delle proteste dell'opposizione in merito al dibattito aperto dall'emendamento al decreto Pnrr, approvato in Commissione Bilancio alla Camera. Le Regioni, prevede il testo, nei consultori possono "avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità".
"È inaccettabile che si continui a strumentalizzare ogni intervento in materia, stiamo esclusivamente difendendo l'integrità di una legge che, nella sua applicazione finale, deve consentire alla donna piena libertà di scelta. Offrendo e garantendo alle donne il giusto sostegno, prima e dopo, all'interno di un percorso condiviso, consapevole e mai imposto, non limitiamo certo il perimetro di libertà individuale ma, anzi, lo ampliamo. Chi dice il contrario non lotta in difesa della 194, né per la sua completa applicazione, ma ne favorisce, di fatto, una visione distorta e parziale". "Trovare e favorire alternative concrete all'aborto - continua Roberto Ravello, dirigente regionale di Fratelli d'Italia - credo sia una dinamica del tutto riconducibile all'autodeterminazione, uno dei valori più alti di una società come la nostra. Non è una corsa ideologica, la 194 non è di nessuno in particolare: chi si è autoproclamato paladino della 194 ignora che la libertà non ha colore politico. Una libera scelta non può mai essere un problema".
"Colpo di scena, il Pd vuole abolire la legge 194". È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia. "Dopo anni di difesa a oltranza, accompagnata dall'accusa alle destre di volerla abolire, Elly Schlein ora si accorge del suo contenuto e lo contesta prendendosela con Fdi invece che con Pci-Psi-Psdi-Pri-Pli che l'approvarono nel 1978". L'esponente di Fdi cita alcuni punti contenuti nella legge: "'Lo Stato, la Regione e gli Enti Locali... promuovono e sviluppano i servizi socio sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite'. È d'accordo il Pd? All'articolo 2 recita: 'I consultori familiari (...) assistono la donna in stato di gravidanza (...) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza. I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita'. E' d'accordo il Pd?", chiede ancora il parlamentare. "Finché esiste la 194, il diritto all'aborto non verrà toccato dal centrodestra, ma il centrodestra ha il diritto/dovere di applicarla tutta", conclude Rampelli.