Politica
Aboubakar Soumahoro: "Nessuno tutela chi ha fame. Adesso entro io in politica"
Intervista al sindacalista che prova a rompere gli schemi della politica: "Rappresentiamo gli invisibili, ma tutti pensano alle rendite di posizione"
Compirà 41 anni a giugno Aboubakar Soumahoro, il sindacalista nato in Costa d'Avorio, ma da tempo naturalizzato italiano, che proprio oggi ha annunciato l'inizio di un nuovo percorso politico. La “Comunità Invisibili in Movimento” si muoverà nel solco tracciato dalle “agorà popolari” che già da tempo si svolgono in varie città italiane, ma facendo un decisivo salto di qualità. Delusi dalla rappresentanza che quella che Soumahoro definisce “certa politica”, cittadini di varia estrazione hanno scelto di unire le forze per promuovere il “progressismo trasformativo”. Aboubakar Soumahoro racconta in questa intervista esclusiva ad affaritaliani.it le ragioni di questa nuova e impegnativa sfida.
Qual è stata la molla che vi ha spinto a questo passo così importante?
Sono anni che camminiamo nel fango dell'impoverimento costante, sistematico e generale. Abbiamo bussato inutilmente alle porte del "Palazzo" e, voglio specificarlo, per me "il Palazzo" è un luogo da salvaguardare assolutamente, in quanto è il presidio della nostra amata Costituzione. Il problema è che dovrebbe anche essere il luogo dell'ascolto delle grida di sofferenza delle nostre famiglie. C'è un milione di nuovi poveri che si aggiunge a quelli già esistenti, altro che “aver abolito la povertà”! Stiamo vivendo una drammatica precarietà lavorativa ed esistenziale, nel quale vanno di mezzo i nostri giovani. E intendo anche quelli che vivono nelle ZTL, ma sono afflitti da contratti di lavori precari, che comportano vulnerabilità. Poi c'è il problema delle periferie, del quale ci si ricorda solo sotto elezioni: sapete che i giovani sono privi di luoghi di socializzazione e scappano appena possono? E poi ci sono le donne: si parla tanto dei loro diritti, ma vi rendete conto che conciliare lavoro e tempi di vita è diventato impossibile?! Gli ostacoli che secondo l'Art. 3 della Costituzione dovrebbero essere rimossi sono sempre più ardui. Basta leggere l'ultimo rapporto Istat per vedere che sono proprio le donne le più esposte, in un quadro che vede oltre 1.800.000 persone occupate che temono di perdere il lavoro e di non trovarne più un altro!