Politica
Alemanno, il "Bertinotti nero" di Meloni: il suo "Manifesto" agita FdI
Nella "destra-destra" crescono i malumori, che rischiano di minare la compattezza e la stabilità del partito della premier
Alemanno, il "Bertinotti nero" di Meloni: il suo "Manifesto di Orvieto" insidia Fratelli d'Italia
Si avvicina la ripresa delle attività politiche e si vedono movimenti di truppe estive. La Meloni, dopo le vacanze, si ritrova con un nemico in più a destra con Gianni Alemanno che nel frattempo ha alloggiato le sue armate ad Orvieto e minaccia direttamente Roma se non gli sarà dato ascolto.
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In realtà il Movimento di Alemanno non è affatto nato ora come molti credono. Già nel 2017 l’ex sindaco di Roma era alla guida del “Movimento nazionale per la Sovranità”, come dimostra questa intervista che mi rilasciò.
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Ad una domanda precisa ad Alemanno su Pino Rauti e la destra sociale rispose in maniera netta ed inequivocabile delineando una sorta di programma politico:
Rauti era un antesignano, che spesso intuiva verità ancora inattuali. Oggi lo “sfondamento a sinistra” è possibile e necessario: con Matteo Renzi il Pd ha abbandonato la difesa dei diritti dei lavoratori, mentre la sinistra più o meno estrema non ha alcun modello realistico da proporre. Partire dalla sovranità nazionale permette invece alla destra di proporre un modello sociale ed economico che, attraverso il recupero delle leve del cambio e delle dogane, mette in condizione la politica democratica di promuovere il lavoro italiano e le tutele sociali. I nostri obiettivi sono quattro: lo “sfondamento a sinistra” come risultato della difesa del reddito dei lavoratori, la politicizzazione delle lotte delle categorie del ceto medio, in questi giorni gli ambulanti e i taxisti, la sintesi tra i principi della sovranità e della sussidiarietà come base di dialogo con il popolo del “family day” sui valori non negoziabili e infine interpretare la questione settentrionale e quella meridionale in una chiave di unità nazionale.