Andrea Severini, il naziciclista marito della Raggi
Che i tempi siano difficili è indubbio ma che ce li dobbiamo ulteriormente peggiorare a causa delle idee strampalate e lunari di qualcuno è ancora peggio.
Andrea Severini (43), professione regista a Radio Dimensione Suono, è il marito e padre separando della sindaca Virginia Raggi che divenne famoso per una melassosa lettera scritta alla compagna dopo l’elezione per farla “tornare insieme a lui”:
Infatti, i due, come si usa dire ora, sono “separati in casa”.
Voci di una relazione sentimentale tra la sindaca e il vicesindaco Frongia sono state smentite con minacce di querela verso i giornalisti che avessero osato riportare la cosa.
In ogni caso la figura di Severini si delinea facilmente dal suo profilo Facebook da cui propina ogni giorno nuovi temi che arricchiscono il contenuto mediatico della vicenda facendo la felicità dei giornalisti e degli utenti.
Popcorn assicurati per tutti.
L’ultima è di ieri e segue un post di Grillo sulla moglie dal titolo “Virginia non si tocca” che evidentemente lo ringalluzzisce al punto giusto dopo le voci su un “gomplotto nettunense” che erano girate su un possibile scaricamento dell’avvocata pentastellata da parte del Capo Genovese.
Dunque, piove con bombe d’acqua micidiali, la città va in pezzi e si blocca, la metro è ferma gli autobus non passano, il caos regna sovrano, la gente è fradicia sotto i temporali equatoriali e il Severini non trova di meglio che consigliare a tutti di andare in giro con la bicicletta “coprendosi” e dando degli “isterici” a chi colpevolmente –a suo dire- utilizza la macchina:
Ovviamente le reazioni sui social non si fanno attendere.
C’è chi chiede se la mamma anziana e con l’artrite la debba mettere sul sellino o la mamma che deve portare il bambino a scuola con uno zaino di 40 kg e il temporale e vede la proposta un po’ impraticabile.
Alle giuste proteste di chi non può o non vuole utilizzare la bici si risponde con un mantra gandhiano sul “cambiamento” che in tempi di piogge tropicali può provocare reazioni inconsulte nei soggetti meno disposti alla dimensione comica dell’esistenza:
E il Severini che fa? Non si perde d’animo nella migliore tradizione di intolleranza nei confronti delle opinioni (maggioritarie, oltretutto) altrui. “Cittadini, siate i primi a cambiare: usate la bici” continua imperterrito a pontificare. Ora, dopo il caso della “nazivegana” che imputava al karma la distruzione di Amatrice a causa dell’utilizzo del guanciale dobbiamo subire anche il “naziciclista” che vuole mandare forzatamente in bici l’intera popolazione, oggi romana domani magari nazionale nella migliore tradizione dei regimi totalitari. Chissà se il Severini ci vuole proporre anche il “sabato a Cinque Stelle” con un percorso in bici di sopravvivenza per anziani e malati cronici oppure per mamme portatrici di bambini.
Un’ultima chicca: un padre chiede come fare con i figli piccoli. Niente paura: una signora auspica l’utilizzo di una “gabbia” a traino della bici dove mettere i figli (sic!).
La bicicletta è un mezzo salutare e fa bene ma se è utilizzata appunto come mezzo di trasporto ludico e ricreativo ma non può certo essere imposta come messo di locomozione usuale. Stiamo assistendo in occidente (e in Italia siamo pronti ad importare subito il peggio) da una decina di anni ad una vera e propria “dittatura delle minoranze” che sta rendendo impossibile la civile convivenza. Ognuno si coltivi i suoi interessi ma non rompa le scatole agli altri. E Severini? Augura “buonanotte” agli “invidiosi” …