Politica
Ballottaggi 2017, affluenza alle urne in calo
Le principali sfide e come si vota
Si conferma in calo l'affluenza ai ballottaggi per le elezioni amministrative. Alle 19 ha votato il 30,40%, secondo i dati rilevati dal Viminale (in 103 su 111 comuni, esclusi cioè quelli di Friuli Venezia Giulia e Sicilia). Al primo turno, due settimane fa, alle 19 la percentuale dei votanti era stata del 40,66%.
Alle ore 12 ha votato il 14,90% degli aventi diritto nei 103 comuni italiani alle urne. È quanto si apprende dai dati definitivi del sito del Viminale. Due settimane fa, alla stessa ora, aveva votato il 18,65%.
Oltre 4 milioni di italiani tornano alle urne
Urne aperte dalle 7 alle 23, come durante il primo turno, con 111 Comuni coinvolti, per un totale di 4.304.739 cittadini chiamati al voto, come fa sapere il ministero dell’Interno. Lo spoglio inizierà dopo la chiusura dei seggi.
Dei Comuni coinvolti nella seconda tornata elettorale - tutti con popolazione superiore a 15mila abitanti - 101 appartengono a Regioni a statuto ordinario. In questo caso, saranno interessati al voto 4.024.231 elettori, di cui 1.918.838 maschi e 2.105.393 femmine, con 4.861 sezioni. Saranno invece dieci i Comuni delle Regioni a Statuto speciale che andranno al ballottaggio: sette in Sicilia, uno in Friuli Venezia Giulia e due in Sardegna.
Nello specifico, si voterà ancora in 19 capoluoghi di Provincia che sono: Alessandria, Asti, Belluno, Como, Gorizia, La Spezia, Lecce, Lodi, Lucca, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Taranto, Trapani e Verona.
Mentre saranno tre i capoluoghi di Regione in cui i cittadini dovranno tornare alle urne: Catanzaro, Genova e L’Aquila. Solo Palermo, dei capoluoghi regionali chiamati al voto l’11 giugno, ha già eletto il suo sindaco (Leoluca Orlando) che al primo turno, con il 46,28% delle preferenze, ha superato la soglia del 40% necessaria per la vittoria, come stabilito dalle regole siciliane.
Come si vota per la sfida a due
La sfida del 25 giugno prevede che si scelga uno dei due candidati che hanno ottenuto più voti al primo turno. L'elettore vota tracciando un segno sul rettangolo dove è stato scritto il nome del suo preferito. Si esprime esclusivamente il voto per il sindaco e non è possibile scegliere l’opzione del voto disgiunto, cioè della preferenza per una lista che non è collegata a quella del candidato scelto. Potranno recarsi alle urne solo gli elettori che hanno maturato il diritto di voto entro il primo turno delle comunali. Quindi voteranno solo gli elettori che hanno raggiunto la maggiore età entro la data dell’11 giugno 2017, mentre rimangono esclusi quelli che hanno guadagnato questo diritto nei giorni successivi. Per tutti valgono le regole della volta precedente: occorre presentarsi con un documento di riconoscimento e la tessera elettorale personale a carattere permanente.
Come si forma il Consiglio comunale
Dopo la votazione, si stabilisce la composizione del Consiglio comunale. Per farlo, nei Comuni con più di 15mila abitanti, si considerano i risultati elettorali del primo turno ed eventuali ulteriori collegamenti nel secondo. In pratica, se la lista o l'insieme delle liste collegate al candidato eletto Sindaco nel primo o nel secondo turno non hanno conseguito almeno il 60% dei seggi, ma hanno ottenuto nel primo turno almeno il 40% dei voti, avranno automaticamente il 60% dei seggi. Quelli restanti saranno divisi tra le altre liste in proporzione alle preferenze ottenute.
Le sfide nei capoluoghi di Regione
Tre dei quattro capoluoghi di Regione coinvolti nel voto di inizio giugno torneranno alle elezioni. Con l’unica eccezione di Palermo, le urne riaprono a Catanzaro, Genova e L’Aquila. Il grande escluso dai ballottaggi, in questo caso, è il Movimento 5 Stelle che non partecipa a nessuna di queste sfide.
Il 25 giugno, a Catanzaro, si sceglierà tra il sindaco uscente - sostenuto dal centrodestra- Sergio Abramo, e il cardiologo Vincenzo Ciconte, esponente del centrosinistra. Dopo il voto dell’11 giugno, la distanza fra i due era di circa otto punti, con il primo al 39,72% e il secondo al 31,04%.
Corsa a due combattuta anche a Genova, dove si sfidano il candidato del centrodestra, Marco Bucci (38,80%), che ha circa cinque punti di vantaggio su quello del centrosinistra, Gianni Crivello (33,39%). Escluso dalla sfida, anche se Genova è la città di Beppe Grillo, il Movimento 5 Stelle.
A L’Aquila la sfida per il dopo-Cialente (in carica per due mandati consecutivi) è fra Americo Di Benedetto, del centrosinistra, e Pierluigi Biondi, del centrodestra. L’11 giugno, il primo aveva sfiorato la vittoria, con il 47,07% delle preferenze, mentre l’avversario si era fermato al 35,84%.
Le altre sfide: i casi di Parma, Verona e Asti
Confronto molto atteso a Parma, tra il sindaco uscente ed ex M5S, Federico Pizzarotti, e Paolo Scarpa, del centrosinistra. Il primo, sostenuto dalla lista civica “Effetto Parma”, l’11 giugno ha raccolto il 34,78%, mentre il secondo si è fermato al 32,73%.
Anche a Verona la sfida è accesa e vede correre per la poltrona di sindaco il candidato del centrodestra, Federico Sboarina, e Patrizia Bisinella, compagna del sindaco uscente Flavio Tosi e sostenuta dalla “Lista Tosi”. Il primo è arrivato al 29,26% delle preferenze, mentre la seconda è più distanziata, al 23,54%, e si è aggiudicata il ballottaggio dopo un testa a testa con Orietta Salemi, del Pd.
Dall’11 giugno, ha fatto molto discutere il caso di Asti, dove si va al ballottaggio ma dove sono ancora i risultati del primo turno a creare problemi. Se sul primo classificato, Maurizio Rasero (centrodestra), non ci sono dubbi, restano aperte le polemiche su chi debba essere lo sfidante. All’inizio si trattava di Angela Motta, del Pd, ma dopo un riconteggio dei voti, il risultato è cambiato e al ballottaggio si è stabilito che andasse il candidato M5S, Massimo Cerruti, con sei preferenze in più rispetto alla rivale. Ma il Partito Democratico non si arrende e, a pochi giorni dal nuovo voto, ha annunciato un possibile ricorso al Tar.