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Politica
Berlusconi vuole il Gentiloni-bis. Altro che Salvini e Centrodestra


Era il 23 gennaio di quest'anno quando Silvio Berlusconi, provocando l'ira di Salvini e dei leghisti, affermava: Gentiloni "è una persona cordiale, gentile... Da qui il nome Gentiloni... A me piace". Quella frase risuona oggi più che mai attuale. Anzi, attualissima. La tensione tra l'ex Cavaliere e il segretario del Carroccio è altissima (leggi qui) e non riguarda soltanto l'eventuale premiership e leadership del Centodestra. Non solo, il numero uno di Forza Italia gongola per lo scazzo durissimo tra Salvini e Giorgia Meloni sui referendum autonomisti (leggi qui), dopo le affermazioni della leader di Fratelli d'Italia-An che ha bollato come "inutili" le consultazioni del 22 ottobre in Lombardia e Veneto.

Proprio quando i 5 Stelle perdono colpi nei sondaggi, effetto Di Maio candidato premier, e il Pd arranca litigando con Alfano sullo ius soli e con la sinistra sulla Legge di Bilancio, il Centrodestra riesce nel capolavoro di dividersi in lotte intestine e gelosie personali nel momento in cui il successo sembrava a portata di mano. Fonti qualificate di Forza Italia, che conoscono bene Berlusconi da anni, assicurano che l'ex Cav non abbia alcuna intenzione di puntare ad un esecutivo con la Lega e con Fdi soprattutto se davvero il presidente del Consiglio dovesse essere Salvini (in base alla regola del partito della coalizione che prenderà più voti).

In realtà, l'obiettivo di Berlusconi è quello di governare con il Pd (non con Matteo Renzi) nonostante la delusione per la bocciatura della Grande Coalizione tedesca alle elezioni di domenica scorsa per il rinnovo del Bundestag. Scarsa fiducia nel segretario dem considerato inaffidabile da Berlusconi per aver rotto il Patto del Nazareno e per aver imposto Sergio Mattarella al Quirinale. La speranza di Berlusconi è quindi quella di arrivare dopo il voto in una situazione nella quale nessuna presunta coalizione abbia la maggioranza in Parlamento, ma con Forza Italia che possa contare su un centinaio di deputati e una cinquantina di senatori per trattare con i maggiorenti del Pd.

A quel punto Renzi, non avendo vinto le elezioni, sarebbe fuori dai giochi e qui tornano le parole di elogio dell'ex Cav per l'attuale presidente del Consiglio. Un Gentiloni bis con il sostegno di Forza Italia e dei partiti di centro riuniti attorno ad Angelino Alfano sarebbe la soluzione migliore per l'uomo di Arcore. In questo modo relegherebbe 5 Stelle e Lega, i "populisti" all'opposizione, per la gioia della Merkel e del PPE, ma metterebbe nell'angolo anche Renzi.

Il Pd, forte dei numeri superiori a quelli di Fi, esprirebbe il presidente del Consiglio che però non potrebbe essere il segretario sconfitto. Ed ecco materializzarsi Gentiloni, stimato anche per il modo con il quale ha chiuso le trattative con Macron e i francesi su Fincantieri e Stx. La seconda, sempre pescando nel Pd, sarebbe Dario Franceschini. Confermato Marco Minniti all'Interno, ministro apprezzato ad Arcore per come è riuscito a contenere gli sbarchi di migranti.

La vera polpa però è il dossier Telecom, Vivendi, Mediaset. All'ex Cav, preoccupato per il futuro del suo impero e quindi per figli e nipoti, vuole a tutti i costi che chi, come Gentiloni, ha trovato un compromesso sui cantieri con Parigi continui a restare a Palazzo Chigi per tutelare anche gli interessi del Biscione. Il delicatissimo rapporto con l'uomo forte dell'Eliseo, sempre più decisivo in Europa dopo la batosta elettorale per la Merkel, è fondamentale agli occhi di Berlusconi e per questo motivo a Palazzo Chigi non possono certo andare gli irruenti e poco accomodanti Mattei (Renzi e/o Salvini). Ecco perché quel "Gentiloni mi piace" pronunciato dall'ex Cav lo scorso inverno è più che mai attuale.
 

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