Politica
Blocco licenziamenti: l'incontro Landini-Draghi rimescola le carte nel Governo
Non si trova un accordo su un tema caldissimo: CGIL e PD contrarie, CISL e UIL possibiliste, mentre dall'Europa arrivano pressioni per sbloccare la situazione
Il blocco dei licenziamenti continua a turbare gli equilibri interni alla maggioranza che sostiene il Governo Draghi. Se ne è parlato anche nel pomeriggio di oggi, martedì 8 giugno, a Palazzo Chigi, dove il Presidente del Consiglio ha ricevuto Maurizio Landini, segretario della CGIL.
Benchè l'incontro fosse stato convocato per esprimere personalmente le condoglianze per la morte di Gugliemo Epifani, si è parlato abbondamente anche dell'attualità politico-economica e Draghi ha dovuto prendere atto della fermezza con la quale Landini si è detto contrario alle “proroghe selettive” che vengono invece invocate da Confindustria.
Già prima dell'incontro tra Draghi e Landini, le divisioni sul punto avevano spinto il ministro Andrea Orlando a parlare apertamente della difficoltà di trovare una sintesi sul tema: "C'è una coalizione ampia in cui si tratta di tenere insieme posizioni anche diverse, ho visto che si sta facendo strada un ragionamento sulla selettività rispetto ad alcune filiere. Se questo ragionamento c'è io sono pronto: naturalmente bisogna sempre ricordare che, se bisogna intervenire, va fatto subito perché i tempi sono abbastanza stretti".
Non stanno quindi andando a buon fine ne' i tentativi di Orlando, ne' quelli di Giancarlo Giorgetti, finalizzati a trovare un compromesso che sembra sempre più difficile. Da un lato c'è la contrarietà della CGIL (ma fonti di Palazzo Chigi dicono che invece CISL e UIL sarebbero molto più disponibili) e di parti del Pd, mentre dall'altro ci sono Forza Italia, indisponibile a rivedere gli accordi raggiunti, e anche le pressioni dell'Europa: l'Italia è infatti l'unico Paese ad avere ancora in vigore il blocco dei licenziamenti.
A rendere ancora più peculiare la situazione agli occhi dell'UE c'è la tempistica prevista per il decreto Sostegni bis, che arriverà troppo tardi per intervenire sul tema sul quale non solo il Governo rischia di spaccarsi, ma anche l'economia nazionale potrebbe conoscere una fase di difficoltà ancora superiori a quelle conosciute dall'inizio dalla pandemia: il divieto di licenziare ha calmierato una situazione i cui risvolti sociali potrebbero ben presto diventare esplosivi.