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Politica
Cannabis, nasce il patto dello spinello: intesa fra M5s, Pd, LeU, Iv +Eu?

Il dibattito intorno alla legalizzazione della cannabis si fa largo ma restano ancora dubbi e incertezze fra le forze di maggioranza che sostengono il governo. È opportuno cominciare un iter legislativo ora? Per molte forze politiche e per una parte dell’opinione pubblica si. Se non ora, che siamo in tempi di grandi riforme e grandi cambiamenti, quando? Decine di antiproibizionisti di Io Coltivo si sono radunati questa mattina in piazza Montecitorio, di fronte la Camera dei deputati per tornare a chiedere al Parlamento di discutere le proposte di legge per la legalizzazione della cannabis a partire dalla proposta di legge d'iniziativa popolare Legalizziamo, sostenuta da oltre 100.000 firme e depositata nel 2016.

“La fine del proibizionismo della cannabis è una battaglia sociale, oggi ancor di più, e va fatta in modo laico e razionale", ha scrito Alessandro Di Battista su Facebook. Ma non è l’unico a esporsi direttamente fra i volti noti della politica. "Sono uno dei pochi politici che rivendica di essere un pregiudicato: nel 1995, insieme a Marco Pannella fui arrestato e poi condannato per distribuzione gratuita di hashish. Volevamo squarciare un velo di ipocrisia", afferma Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, anche lui in piazza Montecitorio, partecipando alla manifestazione degli antiproibizionisti di Io Coltivo,  un’iniziativa lanciata ad aprile, con il coinvolgimento di 20 associazioni, duemila cittadini e venti parlamentari che hanno portato in piazza le piantine di cannabis “coltivate come forma di disobbedienza civile".

“In un paese normale l'io non lo farei' non può diventare automaticamente 'e quindi tu non lo devi fare'. E penso che legalizzare la Cannabis sia meglio che proibire. E legalizzare non vuol dire incentivare il consumo, ma far venire meno un apporto finanziario a chi specula sul proibizionismo. Legalizzare vuol dire mandare la mafia in bancarotta",  ha aggiunto la leader di +Europa, Emma Bonino, intervenendo sempre alla stessa manifestazione a piazza Montecitorio.

L’iniziativa Io Coltivo ha presentato il Libro Bianco sulle Droghe alla Camera dei Deputati, all’interno del quale, si illustrano dati, ricavi e vantaggi per lo Stato che si trarrebbero dalla legalizzazione. Il Libro Bianco è un rapporto indipendente sugli effetti del Testo Unico sugli stupefacenti (DPR 309/90) sul sistema penale, sui servizi, sulla salute delle persone che usano sostanze e sulla società. Ogni anno viene presentato in occasione del 26 giugno, Giornata mondiale sulle Droghe, nell’ambito della campagna internazionale di mobilitazione Support! don’t Punish che chiede politiche sulle droghe rispettose dei diritti umani e delle evidenze scientifiche e che quest’anno coinvolgerà oltre 164 città in 84 paesi. 

Una maggioranza larga che possa regolamentare la legalizzazione della cannabis in Parlamento esiste. Dal M5s al Pd, da LeU a Iv, fino a + Europa. Molti esponenti di queste forze politiche hanno espresso posizioni in questa direzione, ma come altri temi che necessitano di essere affrontati con normative coraggiose, vi è un freno. Il dubbio è che si ascoltino troppo le sirene propagandistiche di qualche ultratradizionalista fuori dai tempi, che punta solo a raccogliere i consensi degli over 65, contrari, in larga parte, alla legalizzazione. 

"La legalizzazione della cannabis è un’efficace modo di combattere le mafie sul proprio terreno, un contrastato al mercato illegale gestito dalla criminalità organizzata. Con la legalizzazione della marijuana e della cannabis entrerebbero nelle casse dello Stato più di 10 miliardi di euro che verrebbero sottratti ai profitti delle organizzazioni criminali", sottolinea Erasmo Palazzotto di LeU, presentatore di una proposta di legge sulla legalizzazione delle droghe leggere. Dati sulle entrate dello Stato che coincidono con quelle riportate sempre dall’ex deputato Di Battista, “In Italia ci sono oltre 6 milioni di consumatori di cannabis. Il professor Marco Rossi dell'Università La Sapienza ha calcolato che il mercato delle droghe leggere genererebbe 10 miliardi di euro per le casse dello Stato: 8 sarebbero i miliardi di nuovo gettito e 2 quelli risparmiati sulle politiche di repressione. Meglio far finire questi denari nel bilancio pubblico o, domanda, nei conti correnti dei mafiosi in qualche paradiso fiscale? – e aggiunge - La regolamentazione del mercato della cannabis produrrebbe un aumento del PIL tra 1,20% e il 2,34% e io questo dato lo terrei in considerazione”. In più, osserva Di Battista, “i posti di lavoro generati dalla regolamentazione della cannabis potrebbero essere più di 350.000”.

E fra i deputati del partito con più rappresentanza in Parlamento, il M5s, c’è chi, come Aldo Penna coltiva canapa in casa.  "Io che non fumo neanche le sigarette coltivo canapa in un vaso del balcone di casa mia per una ragione politica. Non ha senso che il Testo unico delle droghe consideri illegale coltivare canapa in casa mentre una sentenza della Cassazione preveda che l'uso personale di hashish non sia sanzionabile". Infatti, per le sezioni unite penali della Cassazione non è reato coltivare in casa piantine di cannabis se destinate all'uso personale esclusivo, le sezioni unite penali della Cassazione.

Qualche giorno fa, cento parlamentari hanno scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per aprire il dibattito sulla legalizzazione della cannabis agli Stati generali dell'Economia, discussione però, che non è avvenuta. Nella lettera si legge, riportando sempre i dati diffusi dal professor Marco Rossi, che "Sfruttando a pieno il potenziale della cannabis, l'Italia, in soli otto anni, potrebbe generare 40,5 miliardi di euro, il 68% del fatturato complessivo attuale dell'agricoltura italiana. La legalizzazione della cannabis consentirebbe un'iniezione di liquidità e creerebbe opportunità occupazionali significative, oggi più che mai necessarie per superare agilmente le ripercussioni economiche legate al Covid-19".

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