Centrodestra, Lega e Forza Italia cercano l'intesa. Un trio per Palazzo Chigi
Si scaldano, dietro le quinte, Giorgetti, Zaia e Toti
"Al momento non è in programma alcun incontro tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi", spiega una fonte leghista ai massimi livelli. Nonostante i sondaggisti concordino nel dire che se il Centrodestra si presentasse unito sarebbe nettamente la prima forza politica (leggi qui), tra Forza Italia e la Lega i rapporti sono ancora freddini. A parole si parla di unità ma nei fatti, a partire dalla legge elettorale, le posizione sono ancora distanti.
L'ex Cavaliere, come ha spiegato il direttore di Affaritaliani.it nel suo video (leggi qui), prosegue nella sua linea di tenersi aperte tutte le strade, decidendo solo dopo il voto con chi allearsi tra i due Mattei (Renzi e Salvini). Fatto sta che comunque, dietro le quinte, qualcosa si muove nel Centrodestra. E, qualora si arrivasse davvero alla costruzione di una coalizione unita che vincesse le elezioni politiche, la mappa delle possibili candidature a premier si sta definendo.
Berlusconi, come spiegano fonti azzurre, non darebbe mai l'ok a Salvini a Palazzo Chigi, anche e soprattutto per le sue posizioni molto forti sull'uscita dall'euro (che spaventano i mercati e quindi anche le aziende quotate come Mediaset). Si lavora dunque ad una terna (due leghisti e un azzurro) che potrebbero permettere al Centrodestra di trovare la famosa quadra bossiana. Il primo della lista è quello di Giancarlo Giorgetti.
L'uomo forte di Via Bellerio con la sua intervista ad Affaritaliani.it (leggi qui) in cui accusava Berlusconi di essere ambiguo e di non avere le idee chiare ha dato il via ad un movimentismo mediatico insolito per chi finora è stato sempre nell'ombra e dietro le quinte. Per moltissimi anni presidente della Commissione Bilancio della Camera, ex saggio chiamato da Giorgio Napolitano e bocconiano, Giorgetti è molto stimato anche in Forza Italia, oltre che essere nella base leghista, che lo chiama GG, una sorta di guru e di leader naturale indiscusso.
Parla perfettamente inglese, dettaglio non da poco, e soprattutto sulla spinosa questione dell'euro ha avuto la forza e il coraggio di parlare una lingua diversa rispetto a quella del segretario leghista. "Ridiscutere i trattati, soprattutto Maastricht, non uscire" è il messaggio di GG. Ben diverso dall'Italexit salviniana che terrorizza i mercati. GG potrebbe quindi essere l'uomo giusto, in caso di vittoria alle elezioni, per unire il Centrodestra (qualora ovviamente la Lega prendesse più voti di Forza Italia) e dargli una guida non urlata, esperta di economia e moderata nei toni.
L'altro nome leghista per Palazzo Chigi è quello di Luca Zaia. Lo stesso Berlusconi, settimane fa, aveva manifestato tutto il suo apprezzamento per il Governatore della Regione Veneto. Alla guida del dicastero delle Politiche Agricole, Zaia fu uno dei ministri più amati dell'ultimo governo di Centrodestra, stimato anche al Sud (elemento non da poco per un leghista). Non solo. Il presidente del Veneto ha quell'esperienza di governo che potrebbe essere ideale anche per Palazzo Chigi e soprattutto, anche lui come Giorgetti, è un leghista che non usa mai toni forti e urlati, specie sul tema dell'immigrazione.
La carta di Forza Italia, invece, è quella che porta il nome di Giovanni Toti. Dicono che Berlusconi non sia contento dell'attivismo del Governatore ligure, troppo filo-leghista, ma è indubbio che la vittoria di Genova e di La Spezia alle ultime Amministrative (forse le più importanti ed eclatanti) siano anche merito suo. Nel gradimento dei Governatori Toti è sempre nelle prime 3-5 posizioni ed è l'uomo perfetto per unire Lega e Forza Italia. Resta una certa diffidenza tra gli azzurri, non solo di Berlusconi, anche se Toti potrebbe davvero riuscire, come ha fatto in Liguria, a portare con sé anche una fetta di Alternativa Popolare.
Insomma, la triade Giorgetti-Zaia-Toti scalda i motori, in attesa che Berlusconi e Salvini smettano di litigare e trovino un accordo elettorale e soprattutto di governo.