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Politica
Quirinale, Centrodestra a pezzi. Verso la rottura Berlusconi-Salvini
Silvio Berlusconi ,Matteo Salvini e Giorgia Meloni 

Quirinale, Centrodestra a pezzi. Le conseguenze del flop della candidatura di Berlusconi

 

C'era una volta il Centrodestra. Quello che sulla carta avrebbe dovuto dettare l'agenda politica e utilizzare il trampolino dell'elezione del nuovo presidente della Repubblica per lanciare la lunga volata verso le elezioni politiche. Già, c'era una volta. Il probabile, quasi certo, flop di Silvio Berlusconi, con il ritiro della candidatura al Quirinale che potrebbe arrivare entro lunedì 24 gennaio, porta con sé una frattura clamorosa nel Centrodestra, in particolare tra Matteo Salvini e l'ex Cavaliere, che segnare una svolta storica per la politica italiana.

Fonti qualificate spiegano ad Affaritaliani.it che il leader azzurro, una volta gettata la spugna, intende candidare al Colle Giuliano Amato d'accordo con Enrico Letta. O, in alternativa, Mario Draghi. Regista dell'operazione Gianni Letta, zio del segretario del Partito Democratico. Peccato che il leader leghista non voglia affatto perdere il ruolo di king maker della partita del Quirinale e si prepari a proporre come successore di Sergio Mattarella Marcello Pera o, in alternativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Una scissione quella tra i due partiti del Cdx che hanno deciso di aderire al cosiddetto 'governo dei migliori' di SuperMario che, oltre ai nomi, vede come oggetto del contendere la stessa leadership della coalizione, destinata ad andare in frantumi. Amato andrebbe benissimo ai Dem, anche se qualche perplessità potrebbe incontrare nel corpaccione del Movimento 5 Stelle. Ancora più dubbi nei pentastellati, però, sul nome di Draghi, sempre e soprattutto per il timore/rischio di correre alle elezioni politiche anticipate.

Berlusconi resta a Milano, vertice Cdx a rischio

Silvio Berlusconi resterà a Milano domani, e dunque slitta il vertice di centrodestra inizialmente previsto per l'ora di pranzo. Da Forza Italia fanno sapere che forse l'incontro con gli altri leader della coalizione potrebbe tenersi venerdì o nel weekend.

Sul fronte opposto, i nomi di Pera e/o Casellati verrebbero respinti al mittente dai Dem, ma - per motivi differenti - potrebbero trovare non pochi voti tra i 5 Stelle (non va dimenticato che l'attuale presidente del Senato fu votata all'inizio della legislatura, quando partì il Conte I, anche dai grillini). Un discreto pasticcio, insomma, tutto figlio della sempre più evidente rottura tra il segretario del Carroccio e l'ex Cavaliere. Tanto che, alla fine, per mettere tutti d'accordo ed evitare una lunga e imbarazzante impasse la soluzione potrebbe essere quella del candidato numero uno di Matteo Renzi, ovvero l'ex democristiano Pierferdinando Casini.

Per il momento, formalmente, nella riunione di oggi il Centrosinistra (Pd-M5S-LeU) ha trovato una linea comune, abbastanza semplice: si attende che il Centrodestra ritiri Berlusconi e per ora non si fanno nomi. Ma sulle soluzioni successive non mancano le divisioni. C'è poi Fratelli d'Italia. Nei sondaggi il partito di Giorgia Meloni supera la Lega, ma a livello di numeri tra i grandi elettori FdI è molto meno consistente del Carroccio. Sulla carta Meloni non può certo stare con Amato e con l'asse con il Pd e, in teoria, dovrebbe propendere per l'ipotesi di Centrodestra, Pera o Casellati. Ma FdI ha ribadito che "anche noi abbiamo i nostri nomi" e soprattutto Meloni non può permettersi di relegarsi al ruolo di ancella di Salvini. 

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