Centrodestra verso l'implosione. No di Salvini e Meloni a Berlusconi-Parisi
Parisi-Berlusconi, Forza Italia in rivolta e no di Salvini e Meloni
Parlare di freddezza di Giorgia Meloni e Matteo Salvini sul ruolo di Stefano Parisi è perfino riduttivo. I colonnelli di Fratelli d'Italia e Lega manifestano con Affaritaliani.it tutte le loro perplessità sulla scelta di Silvio Berlusconi. Primo punto: il modello Milano, eccessivamente spostato al centro, è perdente. Non ha scaldato i cuori e infatti Giuseppe Sala è ora sindaco del capoluogo lombardo. Quindi no secco ad alleanze con l'Ncd di Alfano e con gli ex montiani di Passera. Secondo punto. Finora nessuno ha parlato con Fdi e Carroccio e quindi - parola di un big leghista - "Parisi ha un ruolo in Forza Italia e per noi non cambia assolutamente niente". E' ovvio che chiunque voglia essere il candidato a Palazzo Chigi dovrà passare attraverso le primarie, invocate anche da Raffaele Fitto oltre che da Meloni e Salvini, è perciò "nessuna auto-candidatura o imposizione da Arcore verrà accettata". L'impressione è che per il momento non si voglia uscire allo scoperto in modo netto e chiaro, ma dietro le quinte non c'è alcuna intenzione da parte di Lega e Fratelli d'Italia di sostenere Parisi leader del Centrodestra e candidato premier. Il timore è quello che si voglia costruire un polo moderato con Alfano & C. per poi trattare con Renzi. Anche sui contenuti i dubbi non mancano. Ed è proprio quel modello Milano così poco di destra che fa storcere il naso. Non piace l'approccio di Parisi sull'immigrazione clandestina e sulla lotta al terrorismo islamico ma nemmeno le sue posizioni troppo soft sull'Europa della Merkel e delle banche. Il messaggio che arriva dagli uomini di Salvini e della Meloni nel giorno in cui ufficialmente Berlusconi ha scelto l'ex candidato sindaco per rilanciare Forza Italia è quindi di assoluta prudenza, che ben presto si trasformerà in un no secco. E - sottolinenano da Via Bellerio - "potrebbero essere i colonnelli azzurri a tarpare le ali a Parisi". Freddezza totale, infatti, da Toti a Romani passando per la Gelmini e Brunetta. Insomma, per il momento il Centrodestra resta un coacervo di sigle e partiti pronto ad implodere.