Politica
"Colao premier e Prodi al Quirinale. Rischio commissariamento per l'Italia"
Parla Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt
Il presidente del Movimento Roosevelt: Mattarella al crocevia di una partita difficile, tra il vero riscatto nazionale e la tentazione di imbavagliare e sabotare definitivamente il paese
«Vigileremo e impediremo che vada in porto il piano oligarchico di chi intende trasformare l'emergenza coronavirus (e l'evidente inadeguatezza di Conte) in un pretesto per commissariare l'Italia». Per Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, il pericolo è concreto: «Si deve leggere in questi termini la tentazione di sostituire Conte con l'aziendalista Vittorio Colao, per poi magari eleggere Romano Prodi al Quirinale». Attenzione: «Questa "cordata", che ora accusa Conte di non aver tempestivamente assistito gli italiani colpiti dalla crisi, è ispirata dagli stessi soggetti che hanno fatto in modo che, a livello europeo, l'Italia non ottenesse le necessarie concessioni». Per Magaldi, a preoccupare è anche il possibile corollario: l'idea infatti è quella di «ridurre gli italiani a sudditi di una post-democrazia orwelliana di stampo cinese, sottoposti all'occhiuta sorveglianza di una nuova polizia sanitaria che metterebbe fine a molte delle nostre libertà democratiche».
Autore del saggio "Massoni" (Chiarelettere, 2014) ed esponente del network massonico progressista sovranazionale, Magaldi rilancia la contro-proposta recentemente formulata da Mario Draghi sul "Financial Times": «Draghi è l'unico ad aver chiarito che i debiti contratti oggi, per fronteggiare il coronavirus, non dovranno essere ripagati (esattamente come in caso di guerra)». Altro dettaglio illuminante: «La sola istituzione europea che si sia finora attivata concretamente a favore dell'Italia è la Bce, grazie alla "conversione" di Christine Lagarde, analoga a quella di Draghi». Spiega Magaldi: già esponenti del circuito massonico neoristocratico, protagonista del rigore europeo, Draghi e Lagarde hanno "divorziato" dai loro storici sodali «per abbracciare una prospettiva rooseveltiana, archiviando il paradigma dell'austerity». Non a caso, «Draghi ha insistito - anche dalle colonne del "Financial Times" per aiuti immediati alle aziende e alle famiglie italiane: aiuti che purtroppo non si sono ancora visti».
Magaldi richiama anche la ricetta dell'economista Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt: moneta nazionale parallela all'euro, stampabile a costo zero, senza incidere sul debito. «Spendibile subito, sarebbe un toccasana per le nostre aziende: molte di essere potrebbero non sopravvivere al "lockdown"». Proprio l'inerzia di Conte aumenta che chances della cordata Colao-Prodi, un ticket con il quale l'Italia «cadrebbe dalla padella alla brace». Per Magaldi, il nome dell'ex manager Vodafone (ennesimo campione del rigore eurocratico) serve a tagliare la strada all'unica ipotesi decisiva oggi per il futuro dell'Italia, ovvero «un governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi, anche solo per un breve periodo, con un obiettivo epocale: rovesciare il paradigma dell'austerity e far ripartire l'economia con un forte intervento pubblico».
Queste, secondo Magaldi, le due opzioni sul tavolo di Mattarella per la "fase due", al termine della quarantena. «Vedremo - dice Magaldi - come si muoverà Mattarella, che deve proprio a Draghi la sua elezione al Qurinale: fu l'allora presidente della Bce a convincere Renzi ad appoggiare la sua candidatura». In palio, a quanto pare, non c'è solo l'Italia: il nostro paese «potrebbe diventare il punto di partenza per una storica svolta democratica nella governance europea». Le resistenze - sia a Roma che in Europa - sono fortissime, quanto le pressioni sul capo dello Stato. «Noi comunque faremo di tutto - avverte Magaldi - perché la filiera del rigore non approfitti dell'emergenza coronavirus ed esca finalmente sconfitta, dopo decenni di dominio neoliberista e privatizzatore che ha disastrato la nostra economia».