Politica

Lannutti: “Faccio un passo indietro. Qualcuno teme si indaghi sui crac"

Antonio Amorosi

Dopo giorni di tensione il senatore Elio Lannutti parla ad Affari. “Fa passo indietro. Neanche volevo candidarmi. Per l’antisemitismo porterò in tribunale...”

Senatore Lannutti, ci dice qualcosa? Che intenzioni ha?

Non rilascio dichiarazioni. Non rilascio dichiarazioni...

 

Vogliamo solo capire...

No, no... io, non...

 

Si ma qualcosa non quadra... vogliamo solo capire...

Uhm… le dico due cose. La commissione banche che doveva partire a inizio legislatura per tantissimi pretesti è stata sempre rinviata, sempre rinviata. Perché si vede che qualcuno ha paura che si vada a indagare sui tanti crack bancari, da Monte dei Paschi, Tercas, le quattro banche salvate, Veneto Banca... perché la popolare (di Bari, ndr) è solo l'ultima...

 

Si... ok il pretesto ma...

C'è sempre stato il pretesto. Prima con Paragone. Poi... quando, io neanche volevo candidarmi, mi hanno chiesto di candidarmi. Mi sono candidato e mi hanno votato.

 

Chi le ha chiesto di candidarsi?

Il gruppo (del M5S al Senato, ndr) mi ha chiesto di candidarmi, il gruppo...

 

Capisco...

A quel punto è iniziato il fuoco di sbarramento che ha portato all'ultimo rinvio. 

 

Quindi?

Oggi la commissione si doveva insediare. E quindi oggi avrebbe dovuto eleggere il presidente. Però i veti incrociati non lo permettono, eccetera, eccetera. Quindi per tutte queste cose è stata rinviata a data da destinarsi.

 

E ora?

Per tutte queste ragioni e per togliere qualsiasi alibi e qualsiasi pretesto mi faccio da parte.

 

In che senso si fa da parte? Fa un passo indietro?

Si, mi faccio da parte. Eh certo!

 

Perché?

Perché a me quello che interessa è che la commissione parta. A me non è mai interessato il potere. Non mi sono mai candidato a niente. Io faccio un passo indietro purché parta la commissione. Quindi adesso non ci saranno più pretesti affinché questa commissione possa funzionare.

 

Le chiedo di una questione che mi interessa particolarmente. Come si fa nel 2019 a credere nel Protocollo dei Savi di Sion? Che è notoriamente un falso antisemita...

Ascolti, quello è un errore che è stato fatto e il giorno dopo ho chiesto scusa.

 

In che senso un errore, è storia, è notorio che è un falso storico...

E' un retwitt, è solo un errore. Chiunque può fare un errore, anche lei. Adesso lo scriva: chiunque mi accuserà di essere antisemita verrà trascinato in tribunale a dimostrare il mio tasso di antisemitismo, chiunque...

 

A dimostrare il suo tasso di antisemitismo...

Ma certo, le ripeto. E' stato un retwitt, un errore.

 

Per questo glielo chiedevo, mi sembra una cosa così surreale, enorme...

Ma è solo un pretesto. Uno fa un errore, chiede scusa e subisce la campagna diffamatoria. La macchina del fango. Io non ho mai voluto denunciare un collega, sono un giornalista.

 

Si.

Io sono in origine un giornalista, ho fondato Avvenimenti, ma adesso sarò costretto a farlo e mi  difenderanno Antonio Di Pietro e Antonio Tanza, il presidente dell'Adusbef, i miei legali.