Politica

Conferenza, Meloni ribadisce "non sono ricattabile" e sfida i poteri forti

di Alessandro Amadori, politologo e sondaggista

La premier in conferenza stampa ha confermato di avere un progetto politico di “normalizzazione” di FdI e ha ribadito di non "essere ricattabile". L'analisi

Conferenza stampa di Meloni, dalle frecciate al M5S a Pozzolo: ecco che cosa c'è dietro le parole della premier 

La conferenza stampa tenuta oggi da Giorgia Meloni è stata un evento molto seguito e commentato dai media e dai social network. La presidente del Consiglio ha affrontato davvero molti temi, tra cui il Mes, la manovra, la pandemia, la giustizia, le elezioni e la politica estera. Non a caso, la conferenza è durata oltre tre ore e ha visto formulare alla premier ben 42 domande.

Come sempre, le reazioni sono state segmentate. Alcuni giornalisti hanno apprezzato il tono pacato e moderato di Meloni, mentre altri hanno criticato le sue posizioni su alcuni argomenti controversi, come l’emendamento Costa o la candidatura di Vannacci.

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La strategia di comunicazione di Meloni sembra essere stata quella di rivolgersi al suo elettorato, rassicurandolo sulle scelte del governo e sulle prospettive future, ma anche di cercare di ampliare il suo consenso (parlando dunque all’elettorato mobile più che a quello già fidelizzato), mostrandosi aperta al dialogo con le altre forze politiche e con l’Europa. Meloni ha pure cercato di usare l’ironia e l’autoironia per stemperare la tensione e creare un clima di simpatia con i giornalisti e con il pubblico.

Quali sono stati i punti focali della lunga conferenza stampa? Secondo vari osservatori, essi sono stati i seguenti cinque. In primo luogo, la battuta ironica rivolta indirettamente al Movimento Cinque Stelle, in risposta alla domanda su quali sarebbero state le sue priorità per il 2024. Un modo per rimarcare la sua differenza e il suo distanziamento rispetto ai governi che l’hanno preceduta. In secondo luogo, a un’ora circa dall’inizio della conferenza, la sua presa di posizione molto netta sulla vicenda del deputato Emanuele Pozzolo di FdI, annunciandone il deferimento ai probiviri e la sospensione dal partito per la vicenda del ferimento di una persona a Capodanno.

In terzo luogo, il suo rispedire al mittente l’accusa di guidare un partito con dei tratti di familismo. Poi, la risposta di distanziamento alla domanda sul ruolo che il generale Vannacci potrebbe eventualmente avere, in vista delle elezioni europee. Meloni ci ha tenuto a confermare la sua nuova immagine di leader che non insegue in alcun modo l’elettorato a destra di FdI, pensando piuttosto a consolidare la sua espansione al centro. Infine, collegandosi nuovamente alla vicenda Ferragni-Balocco, la premier non ha perso l’occasione per dare un’altra frecciata alla sinistra, accusandola sostanzialmente di avere completamente perso i propri veri riferimenti culturali e valoriali, passando dal mito di Che Guevara a quello delle influencer.

In termini di tecnica della comunicazione politica, Meloni è stata chiara ed efficace, confermando pienamente la sua capacità di applicare la prima regola della comunicazione vincente, ossia la necessità di adattare sempre il messaggio e il tono alla situazione e ai destinatari. Ha riaffermato la sua forte identificazione con i valori della destra, tra cui in questo caso in particolare la legalità. Ma ha anche dimostrato di avere una personalità equilibrata, capace di accettare le battute di arresto, o le sconfitte, con serenità, e di mostrare come detto ironia e autoironia. Ha confermato di essere un’oratrice abile e carismatica, che ha saputo guadagnare un largo sostegno e consenso nel nostro Paese.

Soprattutto, ha confermato di avere un progetto politico di “normalizzazione” di Fratelli d’Italia, portandolo a diventare un nuovo “partito della nazione” sul modello di ciò che erano stati, rispettivamente nella Prima e nella Seconda Repubblica, la Democrazia Cristiana (nella sua ala di centro-destra) e il PDL di Silvio Berlusconi. Ma sempre rimarcando la sua specificità, ribadendo più volte di “non essere ricattabile”. Una condottiera pronta a portare avanti la sua battaglia, senza cedere a compromessi con possibili “poteri forti”.