Politica

Coronavirus, in ferie tra Conte e conti

L'opinione di Guido Olivetti

VERSO LA FASE 3 UNA SPERANZA APPUNTI PER UN LAVORO COMUNE

La speranza di arrivare presto a discutere della Fase 3 del coronavirus può spingere alla formulazione di domande e di ipotesi di lavoro. Affari Italiani è dunque lo strumento operativo che può canalizzare il lavoro di non esperti, ma di persone di cosiddetto buon senso.

E allora partiamo. Se avremo il via libera alle vacanze classiche, parliamo solo di quelle agostane, molti problemi sorgeranno, soprattutto alla luce dell’attuale confusa situazione dell’epidemia.

Parliamo di una famiglia di una grande o piccola città che vuole andare in vacanza al mare o ai monti in altra regione. Per quanto riguarda i milanesi per andare al mare non hanno scelta devono cambiare regione.

Vediamo i casi da studiare. 

Probabilmente dovremo avere un certificato-documento del nostro medico curante che dovrà dare un quadro minimo delle nostre condizioni di salute. E questo documento ci dovrà servire per dialogare con un medico (indicato non si sa da chi) che ci dovrà prendere in carico nel paese di villeggiatura, anche per prevedere eventuali interventi da effettuare in strutture ospedaliere. 

Il paese di villeggiatura ospitante dovrà inevitabilmente censire tutte le persone in arrivo sia nelle seconde case, sia in case in affitto (attenzione al nero), nelle strutture alberghiere e forse nei b&b (ipotesi questa ancora più difficile da valutare nell’operatività). 

Il Sindaco della città di villeggiatura dovrà muoversi tra i suoi concittadini e le molte o poche migliaia di “altri” in arrivo. Li vorrà? Per motivi di business tutti li vorrebbero, ma per motivi operativi di salute cambia il discorso. Ma se solo uno o una famiglia si ammala si scatenerà la caccia all’untore arrivato dalla città e se milanese sarà sicuramente una aggravante. 

E poi le spiagge. La distanza tra gli ombrelloni è una cosa (terribile) in Liguria e meno in Romagna e in Versilia. E poi i bar delle spiagge e i ristoranti delle spiagge e i movimenti sulle spiagge.

Anche qui se scatta un problema di virus guai all’untore se è forestiero.

Direte allora meglio andare in campagna e in montagna. Probabilmente è vero. Ma veniamo al grande aspetto dell’assistenza sanitaria.

Abbiamo accennato al documento sanitario che ci potrebbe accompagnare dal medico di famiglia a quello di villeggiatura, persona che, però, dovrà essere indicata e con precise regole di ingaggio. E poi questa persona vorrà prendersi in carico decine di pazienti “sconosciuti” e con quali limiti ai numeri?

Tutto questo senza poter ancora parlare della App che potrebbe accompagnarci e guidare anche soluzioni operative al di fuori della nostra città di residenza.

Le strutture ospedaliere ospitanti saranno in grado di valutare un aumento di ipotetiche persone, anche solo da esaminare, e in che proporzioni?

E poi facciamo dei nomi. Da Milano vado a Rapallo o ad Alassio o a Rimini e Riccione per restare al mare: ma in quanti rispetto al solito. Da Roma alle tante località di mare vicine. In montagna a Cortina, Madonna di Campiglio, Bormio. Un elenco infinito di tutta l’Italia.

Questi pensieri, che possono essere una base di tanto lavoro, e di buone proposte da ricevere possono essere l’avvio del contributo di Affari Italiani al dibattito sulla Fase3 le vacanze. Il direttore Perrino saprà ben coordinare il lavoro con il contributo, che anche in questo caso come nei grandi comitati del governo sarà gratuito, di tanti anonimi e no e magari troveremo delle soluzioni e delle proposte da indicare.