Politica
Coronavirus, Papa Francesco frena i vescovi: "Messe? Obbedire a disposizioni"
Bergoglio frena sulla riapertura delle chiese per le messe e chiede prudenza e obbedienza. Ma vescovi e cardinali non ci stanno
"In questo tempo nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perche' dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e dell'obbedienza alle disposizioni perche' la pandemia non torni". Cosi' Papa Francesco introducendo la messa a Casa Santa Marta. Una presa di posizione ben diversa da quella di diversi vescovi, in primis quello di Ascoli (clicca qui per vedere il video della sua dura protesta contro Conte) e che sembra aprire una spaccatura all'interno del Vaticano sul tema delle messe ai tempi di coronavirus.
RUINI, 'SU MESSE GIUSTO PROTESTARE CON FORZA'
''L'eucaristia per i credenti è anzitutto un bisogno, il bisogno del pane della vita. Il Papa ha dato voce a questo bisogno che riguarda tutta la Chiesa. Purtroppo il governo, nell'ultimo decreto della Presidenza del consiglio, ha disatteso questo bisogno, arrogandosi competenze non sue riguardo alla vita della comunità cristiana''. Lo dice intervistato da Il Giornale il cardinale Camillo Ruini, ex presidente della Cei, a proposito delle misure del Governo previste dalla fase 2 sulle messe. ''Bene - osserva Ruini - ha fatto quindi la Conferenza episcopale a protestare con forza. Ora il governo ha il dovere di rivedere le sue posizioni''.
PAPA FRANCESCO: 'STOP AL LINCIAGGIO SOCIALE, ANCHE LA SHOAH CREATA CON VALANGA
Il Papa a Santa Marta mette in guardia dal "linciaggio sociale: anche questo succede con i martiri di oggi". Il Pontefice, celebrando la quotidiana messa, fa l'esempio di "Asia Bibi: abbiamo visto dieci anni in carcere perché è stata giudicata da una calunnia e un popolo che vuole la morte davanti a questa valanga di notizie false che creano opinione e tante volte non si può fare nulla". Il PAPA pensa anche alla Shoah: "La Shoah è nata così, è stata creata l'opinione contro un popolo e poi è diventata normale, 'vanno uccisi', un modo di procedere per fare fuori la gente che ti disturba. Tutti sappiamo che questo non è buono ma c'è un piccolo linciaggio quotidiano che cerca di condannare la gente, di scartarla. Si crea una opinione - osserva Bergoglio - e con quel 'si dice' si crea opinione per farla finita con una persona". "La verità è un'altra - avverte Francesco - è testimonianza del vero, è chiara, trasparente. Non tollera le pressioni. Pensiamo a Stefano, primo martire dopo Gesù e ai tanti martiri per cui si crea una fama e questa persona va uccisa e pensiamo a noi che con i nostri commenti tante volte iniziamo un linciaggio del genere". Il Pontefice pensa anche alle "istituzioni cristiane. Nelle nostre istituzioni lo abbiamo visto tante volte. No alla condanna che provoca il chiacchiericcio".