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Politica
Riecco i professionisti dell'anti-Covid: dono dall'Oriente per Crisanti & co.

Ad esempio Andrea Crisanti, fresco senatore del Pd, che già si era rassegnato ad un ruolo di seconda linea e che ora si è scatenato grazie al regalo orientale. E così dopo l’informativa del ministro della Salute Orazio Schillaci si è scatenato: "Le notizie che vengono dalla Cina ci dimostrano che endemico non vuol dire innocuo. Molto spesso ci si chiede cosa abbiamo imparato dal Covid: da quello che fa il governo la risposta è poco. La necessità di queste misure trae origine dall'assenza di dati certi dalla Cina, che ha smesso di dare informazioni. La mancanza di dati è la dimostrazione tangibile dei danni causati dalla mancanza di trasparenza, strada che il vostro governo ha intrapreso eliminando il bollettino quotidiano".

E poi ancora: "Stiamo applicando un colabrodo, non una rete. Le misure non intercettano viaggiatori provenienti dalla Cina che effettuano scali intermedi. Senza un tracciamento dei passeggeri in transito a livello europeo, con la Passenger Locator Form, le misure dell'Italia avranno un impatto trascurabile. Anche se applicate in modo ottimale, le misure avrebbero solo l'effetto di ritardare l'arrivo di nuove varianti".

Peccato che il mancato tracciamento dei passeggeri europei in transito porti lo stigma del governo precedente e in particolare dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, che al tempo della prima pandemia era in ottimi rapporti con il già citato Ghebreyesus e la Procura di Bergamo sta indagando per il reato di epidemia colposa con persone che rischiano il processo per la mancata applicazione del piano pandemico, peraltro non aggiornato proprio dall’allora ministro Speranza.

Quindi desta meraviglia che Crisanti attacchi il governo quando quello suo di centro – sinistra era in carica quando si è causato il disastro. E non è un caso che l’Italia sia stato il secondo Paese infettato, visto che siamo sempre primi in queste speciali classifiche di incompetenza. Altro politico che si è ringalluzzito e ringrazia i numi tutti per l’inaspettato “regalo” cinese è l’attuale assessore alla Sanità della regione Lazio, Alessio D’Amato, chiamato “mister Covid” per il suo amore per il virus.

Ora è candidato con il centro – sinistra alle elezioni come governatore, nonostante debba quasi 300.000 euro alla Regione Lazio, come sancito in primo grado dalla Corte dei Conti mentre un procedimento penale per truffa per lo stesso motivo è andato in prescrizione anni fa. Ora si è scatenato sul Covid cinese N.2 e non gli pare vero di potere utilizzare il tutto a fini elettorali proponendo slogan del tipo “più tamponi per tutti” e  “più vaccini per tutti”. Lo troviamo ovunque in video con una mascherina che assomiglia più a quegli alambicchi a becco ricurvo che usavano i medici medievali durante la peste che a moderni presidi medici. Ma alla gente la politica non interessa. Vorrebbe solo bravi amministratori che compiano il loro lavoro con solerzia e competenza, senza strumentalizzare ogni cosa e strombazzare i propri (supposti) meriti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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