Politica
Crisi governo: perché Renzi è costretto a agire così, il resto lo fa Travaglio
I dietro le quinte della crisi. Le regole della politica che i moralisti non comprendono. Perché Italia Viva e Renzi non vogliono “morire”
Colpisce, la rappresentazione della crisi di governo fatta “fuori microfono” da alcuni esponenti di Pd e Italia Viva, se messa a confronto con ciò che sentiamo tutte le sere in tv, quando il politico o il giornalista di turno si scandalizza per il comportamento di Matteo Renzi, ritenuto esecrabile perché passerebbe sopra pandemia, crisi economica e bene nazionale.
“Siamo alla farsa”, racconta un esponente di Italia Viva, “lo scontro non è più tra Renzi e Conte ma tra Renzi e i moralisti alla Travaglio (il giornalista, ndr), il vero consigliere del governo a trazione 5Stelle. Ma non voglio comparire. Non voglio commentare. Non mi chieda niente. Le ho risposto per educazione. E' un momento delicato. Lei non è un moralista e sa che la politica ha delle regole ferree. Questi resteranno nella storia per le belle cose fatte in questi anni, come la garanzia per la gente di avere processi che dureranno tutta la vita”.
La domanda è però lecita, tanto più in un contesto di scafati uomini di mondo smaniosi di potere e carriere: perché proprio adesso Renzi ha scatenato la crisi? Ed è questa la domanda giusta da porre?
Per rispondere all'arcano non è obbligatorio conoscere a menadito Il Principe di Niccolò Machiavelli, Le 48 leggi del potere di Robert Greene e nemmeno La politica come professione di Max Weber ma almeno aiuterebbe evitare il moralismo che dipinge sempre l'avversario come il più corrotto, viscido ipocrita essere sulla Terra, mosso da biechi interessi personali. E’ infantile e non tiene conto del funzionamento della politica. In caso contrario bisognerebbe spiegare se sono o meno dei corrotti nell'intimo coloro che senza un'esperienza, una professione, una formazione e addirittura un lavoro si sono proposti agli italiani come politici in grado di aggiustare il nostro sgangherato e bellissimo Paese.
“Mors tua vita mea. Non lo direi mettendoci la faccia. Ma...”, ci spiega un esponente del Pd rimasto in buoni rapporti col leader fiorentino, “Renzi sa che se non agiva subito Italia Viva... è un partito morto. E lui stesso è morto e sepolto. E non lo sa da ora ma dalla primavera scorsa. Perché dopo un anno di 'governo Conte Bis' ha fatto i suoi bilanci ed ha compreso che oltre il 2-3% non vanno con la politica che fa questo governo. Ora capisco i rapporti burrascosi che Renzi ha con noi del Pd ma perché dovrebbe morire senza fare niente? Per far vincere degli 'scappati di casa'? Il suo problema è chiaro a fronte di un contesto economico tremendo che spazzerà via tutto e tutti: guadagnare e costruire un consenso con ministeri che muovano un'economia. E non è colpa nostra se oggi le tv cadono dal pero perché hanno dato per mesi una rappresentazione sballata di quanto accadeva nella realtà. Renzi era pronto all’azione dall’estate. Lo sapevano le pietre”.
Il telefono di molti esponenti di Italia Viva non risponde. Ma un altro dei nostri contatti nel partito di Renzi reagisce così, quando gli nominiamo lo scontro con Travaglio citato dal collega: “Si, il resto lo fa Travaglio che non capisce la politica. Non l'ha mai capita, come ogni moralista si arrampica e si perde nei suoi discorsi cervellotici”. Poi chiude: “Lei sa che occorre sempre condurre l'avversario in una strada sbagliata, in modo da mascherare le proprie intenzioni. Beh, lo fa Travaglio per noi, perfettamente e involontariamente (ride, ndr)”.
Definire Renzi Demolition man, per pura sete di potere, come fa oggi Travaglio nel suo editoriale su Il Fatto Quotidiano, perché il leader di Rignano vorrebbe spaccare 5Stelle e Pd, allontanare dal potere ministri come Bonafede, Gualtieri e detronizzare Domenico Arcuri da commissario al Covid, non accontentandosi del suo 2% è la chiave per capire cosa raccontano da settimane a microfoni spenti in tanti e come funziona la politica che i moralisti non comprendono (o fingono di non comprendere).
Renzi è stato l'ideatore del Conte Bis proponendo l'alleanza inedita tra sinistra e 5Stelle, una giravolta al 360 gradi a fronte del Conte I, alleanza 5Stelle-Lega. Contava di essere tornato al centro della scena. Ma a distanza di un anno dalla nascita del nuovo governo, cioè questa estate, ha dovuto prendere atto di un quadro politico stagnante, almeno per lui, e incancrenito dal Covid. Italia Viva non scalda i cuori, addirittura è superata nei sondaggi dalla neonata Azione, compagine dell'ex ministro Carlo Calenda. Cosa può fare allora Renzi se non tentare di sopravvivere, tanto più a fronte di un quadro economico devastante che pone Italia Viva fra i responsabili di una politica, quella del Conte Bis, discutibile su tanti fronti? Ripetere, come fanno i grillini, di aver abolito la povertà e vinto il Coronavirus e pensare di uscirne vivo? O mettere tutti all'angolo a costo di frantumarli, facendo rischiare le agognate poltrone da parlamentari, pretendendo dei ministeri che spostino un consenso reale nel Paese (uno di sicuro tra Economia, Interno, Infrastrutture, Lavoro, Difesa), usarli poi come leve, (come ha già fatto costruendo la sua ascesa nazionale dopo essere diventato sindaco di Firenze) insieme a una gestione mirata di parte delle risorse del Recovery per far crescere il proprio consenso tra gli elettori e non morire?