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Politica
Cutro, le vittime sono 76. In migliaia sfilano contro il governo

Palazzo Chigi: "Grazie a Michel per la solidarietà"

Palazzo Chigi esprime "sentito apprezzamento per le parole rivolte all’Italia dal Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Quanto affermato dal Presidente Michel è in piena sintonia con l’azione del governo italiano in Europa volta a una migliore gestione della migrazione e al contrasto del traffico di migranti". Per il Governo italiano "dopo la terribile tragedia di Cutro, l’impegno comune a una risposta europea adeguata al complesso fenomeno della migrazione rende ancora più improcrastinabile l’ attuazione di quanto deciso al Consiglio europeo di febbraio. Come sottolineato dal Presidente Michel, occorre realizzare misure concrete di aumentata azione esterna, una cooperazione rafforzata in materia di rimpatri e riammissioni, il controllo delle frontiere esterne dell'UE e la lotta al traffico di esseri umani, utilizzando tutte le politiche e gli strumenti necessari da parte dell’Ue. La determinazione del Presidente Michel circa una rapida attuazione di quanto concordato al Consiglio europeo di febbraio rappresenta un ulteriore passo in avanti in vista del Consiglio europeo di marzo".

La Gazzetta Ufficiale ha intanto pubblicato il decreto legge sui migranti, approvato giovedì dal Consiglio dei Ministri a Cutro. Il provvedimento è in vigore. Ci sono l'aumento della pena per gli scafisti fino a 30 anni e la durata triennale (2023-2025) dei decreti flussi, ma c'è anche l'aumento della durata a tre anni dei permessi di soggiorno per contratti di lavoro a tempo indeterminato, per il lavoro autonomo e per ricongiungimenti familiari. La durata finora prevista per questi permessi di soggiorno era di due anni.
   
Per quanto riguarda la protezione speciale diminuiscono i divieti di espulsione. Il decreto legge cancella queste norme: "Non sono altresì ammessi il respingimento o l'espulsione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che l'allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, a meno che esso sia necessario per ragioni di sicurezza nazionale, di ordine e sicurezza pubblica nonché di protezione della salute nel rispetto della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati, firmata a Ginevra il 28 luglio 1951, resa esecutiva dalla legge 24 luglio 1954, n. 722, e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Ai fini della valutazione del rischio di violazione di cui al periodo precedente, si tiene conto della natura e della effettività dei vincoli familiari dell'interessato, del suo effettivo inserimento sociale in Italia, della durata del suo soggiorno nel territorio nazionale nonché dell'esistenza di legami familiari, culturali o sociali con il suo Paese d'origine".

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