Politica

"Dalla Cina ai rapporti con Usa e Ue. G20, successo per Meloni. Ecco perché"

Di Alberto Maggi

Parla Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo

Non ha ancora citato gli Stati Uniti, che peraltro hanno fatto trapelare delusione per la dichiarazione finale del G20 troppo morbida verso la Russia…
"Per il contesto di partenza è comunque un piccolo passo avanti, in molti scommettevano sul fatto che non ci sarebbe nemmeno stata l’Ucraina nella dichiarazione finale. I rapporti con gli Usa, pur nelle ovvie differenze politiche tra Meloni e Biden, sono solidi. L’Italia si sta affermando come interlocutrice privilegiata di quel “Sud globale” al quale dobbiamo offrire, senza paternalismi, un rapporto solido con le democrazie occidentali per evitare che venga risucchiato nella sfera di influenza sino-russa. È un tema che riguarda soprattutto l’Africa, come dimostrano i recenti colpi di stato nel Sahel. Quindi avanti tutta con il “Piano Mattei” e l’ingresso dell’Unione Africana nel G20, fortemente sostenuto dall’Italia. Sarà questo uno dei grandi filoni, forse per noi il più importante, della presidenza italiana del G7 che prenderà il via a gennaio e culminerà con il vertice di giugno 2024 in Puglia". 

Fidanza, la premier Meloni sembra ormai molto a suo agio in questi appuntamenti internazionali e anche le prossime settimane saranno fitte di impegni all’estero. Non corre il rischio di sottovalutare l’agenda nazionale, dall’inflazione all’immigrazione?
"Assolutamente no. Questo lo dicono le solite cassandre della sinistra, le stesse che pronosticavano un’Italia isolata a livello internazionale. La verità è che per rispondere ai problemi interni questo lavoro è vitale: non si abbassano i prezzi di gas e petrolio senza accordi con chi ce li fornisce, non si ferma l’immigrazione illegale senza accordi con i Paesi di origine e di transito. Per il resto Meloni ha i piedi piantati per terra ed è concentrata sui provvedimenti per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, a partire dai redditi più bassi, e per riportare sicurezza e legalità nelle nostre città". 

Infine, torniamo in Europa: Meloni a Delhi vede il premier britannico Sunak poco dopo avere di fatto condiviso le critiche di Salvini a Gentiloni. Vi preparate a una campagna elettorale per le Europee più dura contro Bruxelles? 
"Tra Meloni e Sunak c’è una forte intesa e insieme ragionano di temi centrali come l’immigrazione irregolare e l’intelligenza artificiale. Quanto a Gentiloni, l’Italia si gioca due partite fondamentali nei prossimi mesi: il Pnrr e la riforma del patto di stabilità. Senza contare gli altri dossier aperti con la Commissione, a partire da ITA-Lufthansa. È normale parlare di questi temi con il Commissario italiano ed è normale aspettarsi che lui possa aiutare Bruxelles a comprendere - e speriamo recepire - le richieste italiane. È quello che abitualmente fanno i suoi colleghi stranieri senza che nessuno abbia da ridire. D’altronde Gentiloni ha dichiarato che non si candiderà alle Europee, quindi potrà dare una mano ancora maggiore all’Italia senza che Elly Schlein se ne abbia a male".