Politica

Di Maio nel Golfo Persico fa discutere, chi al suo posto? Intervenga Meloni

Di Giuseppe Vatinno

La nomina dell'ex Ministro degli Esteri a rappresentante speciale nel Golfo Persico continua a sollevare critiche, ma l'ultima parola spetta a Meloni

Inoltre, una nomina di Di Maio provocherebbe di nuovo sollevazioni popolari anche per lo stratosferico stipendio che verrebbe a prendere, e in un certo senso avvererebbe la previsione che fece quando i Cinque Stelle ottennero il reddito di cittadinanza e cioè “la fine della povertà” che però qualche burlone potrebbe considerarla una frase autoreferenziale. E poi c’è da considerare che sembra proprio che ogni volta che si fa il nome di Di Maio scoppino automaticamente delle grane.

Nicola Porro, qualche giorno fa sul suo seguito blog, ha riportato un articolo di Salvatore Di Bortolo che citando il leghista Edoardo Rixi faceva intendere come Di Maio avesse fatto pressioni per far approvare il famoso emendamento sul condono a Ischia nel cosiddetto “Decreto Genova”. La vicenda di Ischia si intreccia anche con quella dell’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa che fu voluto al dicastero proprio da Di Maio e che è stato molto esposto su Ischia per i motivi esplicitati da Rixi ed in più per aver abolito l’unità del ministero, Italia Sicura, che si occupava proprio di prevenzione idrogeologica e fu voluta dall’ex premier Matteo Renzi.

Non proprio una bella mossa dopo quello che è successo. Dunque una patata bollente per Giorgia Meloni che si trova tra due fuochi: comunque un ruolo per l’Italia versus la ripresentazione di un personaggio divisivo e controverso, oltretutto al centro da mesi di continui sfottò sui social in cui il suo precedente lavoro di venditore di bibite al San Paolo viene declinato in tutti i modi possibili.