Politica

Pd, "dimissioni di Letta da segretario inevitabili dopo le elezioni"

Di Alberto Maggi

Cacciari: "Letta deve lasciare con la vittoria del Centrodestra il 25 settembre"

Pd, "Bonaccini segretario, l'unico che non è un pollo da allevamento"


Dimissioni di Enrico Letta da segretario del Partito Democratico dopo le elezioni politiche del 25 settembre, se, come dicono tutti i sondaggi, a vincere sarà il Centrodestra. "Certissimamente sì che dovrebbe dimettersi dopo la sconfitta, quasi scontata, alle elezioni", spiega ad Affaritaliani.it Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia.

"Al di là delle chiacchiere, e probabilmente io all'inizio avrei fatto le sue stesse scelte provando l'alleanza con il M5S e con Calenda, Letta ha giocato a fare la coalizione e non sullo spirito maggioritario. I due tentativi che ha portato avanti sono entrambi miseramente falliti. Non si può dare la colpa agli altri, Conte e Calenda, è così e basta. Visto lo straccio di partito che si ritrova anch'io avrei fatto quelle scelte al suo posto, probabilmente, ma se il Centrodestra vince le elezioni le dimissioni del segretario sono inevitabili".

Chi dopo Letta alla guida del Pd? Provenzano, Orlando, Bonaccini? "Sono tutti fatti con la stessa pasta, usciti da giochi di cooptazione. Un leader politico nasce dalla lotta e non dai giochini che, ad esempio Letta, ha sempre conosciuto. Forse l'unico che non è un pollo da allevamento è il presidente della regione Emilia Romagna Bonaccini, a quel punto meglio lui degli altri".

Quanto alle liste elettorali, Cacciari ironizza: "Se Letta deve garantire i cosiddetti capicorrente e con la riduzione dei posti in Parlamento e il macello che ci sarà nei collegi, quando ha finito di sistemare i suoi non ci saranno più posti disponibili. Sicuri questa volta ci sono solo i capilista nelle circoscrizioni del proporzionale, gli altri vengono candidati per fare numero", conclude Cacciari.