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Politica
Draghi a Confindustria: "Crescita al 6%". Bonomi: "Quota 100 un furto"

Concluso il discorso, Bonomi "passa il testimon"e al premier Draghi, il quale parte parlando della transizione ecologica. "Non è una scelta ma una necessità. I cambiamenti climatici hanno già gravi conseguenze sulle nostre vite, il nostro pianeta e le nostre economie. Se non interveniamo subito, i loro effetti rischiano di peggiorare e diventare irreversibili. Dobbiamo prendere misure ambiziose per ridurre le emissioni e contenere l’aumento della temperatura. Ma dobbiamo tenere conto della capacità di riconversione delle nostre strutture produttive”.

“Lo Stato”, continua, “deve fare la sua parte nell’aiutare cittadini e imprese a sostenere i costi di questa trasformazione. E prestare particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione. Gli investimenti del Pnrr riguardano l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, l’idrogeno. Investiamo nello sviluppo di capacità industriali, per esempio nei pannelli solari e nelle batterie, per ridurre la dipendenza dai produttori stranieri. E miglioriamo l’efficienza del nostro sistema di autorizzazioni, che non può impedire la realizzazione degli ambiziosi obiettivi sulle energie rinnovabili".

“Dobbiamo cominciare a pensare a un patto economico, sociale, produttivo per il Paese. Ci sono tantissimi temi di cui discutiamo quotidianamente che possono essere materia di questo patto. Possiamo iniziare a lavorare insieme su tanti capitoli”, ha detto. “Vorrei che oggi tutti noi condividessimo una prospettiva di sviluppo, o vogliamo chiamarla Patto, a beneficio anche dei più deboli e delle prossime generazioni. Nessuno può chiamarsi fuori", continua rivolgendosi alla platea, dove siede tutta la classe dirigente italiana.

Il presidente del Consiglio premette che “l’Italia vive oggi un periodo di forte ripresa, migliore di quello che avevamo immaginato solo qualche mese fa”, conferma che le previsioni del Governo, che saranno presentate tra pochi giorni, “stimano una crescita intorno al 6% per quest’anno, a fronte del 4,5% ipotizzato in primavera”. Va meglio anche la produzione industriale, l'export, l'indice di fiducia delle imprese, ricorda il premier. Migliora anche l'occupazione, anche se "ci sono ancora aspetti che destano preoccupazione”, perché troppi lavoratori hanno ancora un contratto a tempo determinato, mentre “nel 2020, più di due milioni di famiglie erano in condizione di povertà assoluta”.

Infine, anche se con una dichiarazione molto breve, il capo del Governo ha dato parlato di tasse, rivelando che “in questo momento i soldi si danno non si prendono. Il Governo, da parte sua, non ha intenzione di aumentare le tasse”.

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