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Politica
Draghi in Ue, Meloni ci pensa e vede Confalonieri. Regioni, Lega sfida FdI

Meloni valuta Draghi presidente della Commissione Ue, incognita Salvini

Mario Draghi presidente della Commissione Europea? Repubblica ha rilanciato la notizia data da affaritaliani.it qualche settimana fa. E oggi prosegue sulla linea (ribadita sempre da affaritaliani anche ieri). Secondo Repubblica, "Giorgia Meloni pesa in queste ore i rischi di sostenere l’opzione Mario Draghi. La possibile frantumazione degli equilibri del centrodestra. L’ostilità di Matteo Salvini. L’ombra che gli imporrebbe una figura come quella dell’ex banchiere. Ma valuta anche un vantaggio, ponderandolo assieme a un dato di realtà. Il vantaggio: stringere un patto con chi guida la Commissione potrebbe blindare il suo esecutivo, assai traballante sui conti".

Prosegue Repubblica nella sua analisi: "Il dato di realtà: può la premier osteggiare una soluzione che piace non soltanto a Emmanuel Macron, ma anche alla Casa Bianca? Difficile, soprattutto se l’amministrazione americana ha rappresentato la principale sponda per resistere allo scetticismo europeo verso la destra italiana. Per questo, evita di esporsi. Non mette la faccia su una frenata. Fa tacere i suoi. E tiene viva la carta di portare l’ex premier a Bruxelles, anche se preferirebbe semmai lanciarlo alla guida del Consiglio europeo".

Ma attenzione alle mosse di Matteo Salvini. Sempre secondo Repubblica, "nessun leghista si è spinto fino a bocciare l’idea, ma il leader del Carroccio è sul piede di guerra ed è pronto a colpire proprio su questo fianco: Draghi verrebbe brandito come emblema del famigerato inciucio che denuncia, simbolo di un’Europa da combattere assieme a Marine Le Pen, addirittura espressione dell’odiato Macron".

Questo schema "potrebbe avere pesanti ripercussioni anche a Roma, sugli equilibri di governo. È pur vero che Salvini ha sostenuto il governo Draghi, a differenza di Meloni. Ha partecipato con ministri della Lega. Tutti argomenti che Meloni potrebbe ricordargli, di fronte a un conflitto. Resta il fatto che l’ex banchiere attira resistenze anche in altri settori della maggioranza. Non è un mistero che Giulio Tremonti non sia un suo estimatore. E che Forza Italia debba sulla carta sostenere il proprio candidato alla Presidenza della Commissione, che è Ursula von der Leyen", conclude il quotidiano diretto da Maurizio Molinari.

Nel frattempo, in vista delle Europee e chissà anche sulla vicenda Draghi, il Corriere della Sera svela che Meloni ha incontrato Fedele Confalonieri. "Chissà se durante il colloquio con Confalonieri, la premier ha condiviso certe amare riflessioni sulla «palude romana», autentiche sabbie mobili sulle quali — secondo Meloni — non si può costruire nulla perché inghiottono tutto. «Fidel», che ai tempi delle elezioni era stato il primo a lanciare un endorsement a favore della leader di FdI, non ha cambiato il suo giudizio su «Giorgia». Anche se ritiene che «lei e soprattutto il suo governo possono fare di più»", racconta il Corriere della Sera.

Intanto, FdI e Lega si sfidano anche sulle regionali. "Salvini pretende di risolvere la questione direttamente con Giorgia Meloni e Antonio Tajani, visto che il colloquio tanto sbandierato di mercoledì scorso non è bastato. La tensione sale. Il tavolo di maggioranza sulle candidature è fermo, i dirigenti di FdI, Forza Italia e Lega di fatto non si vedono da settembre", racconta la Stampa.

Secondo il quotidiano di Torino, "il tema più delicato è la Sardegna, con le urne che si apriranno fra poco più di due mesi (ultima domenica di febbraio o la prima di marzo). Meno complesse sembrano le trattative per Abruzzo, Basilicata e Piemonte. Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno detto a più riprese che l’attuale governatore Solinas non deve essere ricandidato. Giorgia Meloni vuole una Regione in più, visti i rapporti di forza cambiati (al momento FdI governa le Marche, l’Abruzzo e il Lazio con un indipendente) e propone il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu. La Lega, però, non molla". 

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