Politica

Elezioni regionali: affluenza boom, un messaggio alla politica nazionale

Gianni Pardo

Già stasera, tra le undici e mezzanotte, saremo subissati di notizie su queste elezioni. Ma dalla certezza sul loro risultato, alle quindici di oggi domenica, siamo distanti quanto lo eravamo un mese o sei mesi fa. Tuttavia disponiamo già di un dato. Ansa: “Alle ore 12 l'affluenza alle urne per le elezioni regionali in Emilia Romagna è stata del 23,44%, più che raddoppiata rispetto al 10,77% alla stessa ora nella precedente consultazione di riferimento nel 2014. Lo rileva il Viminale”.

Gli emiliani e i romagnoli si stanno precipitando alle urne. Noi non sappiamo per chi stiano votando, ma una cosa è certa: se si precipitano, è perché reputano importante che il risultato sia quello che ciascuno di loro desidera. E non lo farebbero certo se pensassero che le elezioni riguardino l’amministrazione della regione. Se questa amministrazione è buona, come tutti dicono, dipenderà più dagli emiliani e dai romagnoli che da coloro che sono al vertice delle istituzioni locali e tale rimarrà, quale che sia il risultato. Se la macchina dello Stato è accettabile, è perché accettabili saranno anche i suoi dipendenti. Non è la politica che determina il grado di onestà e di efficienza di una regione.

È ovvio: se gli emiliani corrono alle urne, è per determinare la politica nazionale che – quella sì – potrebbe avere un notevole scossone, da queste elezioni. Dunque il primo dato che esse offrono, a undici ore dalla chiusura delle urne, è che l’Emilia-Romagna conta di smentire clamorosamente coloro che hanno cercato di sminuire il valore della consultazione dicendo che aveva soltanto un’importanza locale. Ora lo sappiamo: essa potrebbe costituire una sfolgorante risurrezione della sinistra, oppure una trionfale affermazione della destra. Quanto al M5s – salvo estreme sorprese – a queste elezioni si è presentato da solo soltanto per farsi rilasciare un certificato di morte.