Politica

Europee, Lega al 25, al 30% o sopra? Ultimissime stime. Inside Europee Lega

Alberto Maggi

Elezioni europee, la Lega "farà casino" oltre il 30%. Strategie e stime del Carroccio

Referendum su di sé o no, come prima annunciato e poi smentito, le elezioni europee del 26 maggio sono un passaggio fondamentale per la Lega di Matteo Salvini. Uno snodo per i futuri equilibri del governo del Cambiamento, per quel che resta del Centrodestra, oltre che per come verrà disegnata la nuova Europa del dopo-Juncker. Lo staff del vicepremier e ministro dell'Interno analizza e studia quotidianamente gli ultimi numeri sui sondaggi, che ovviamente vengono realizzati anche dopo il black-out imposto dalla legge.

Fonti vicine al leader del Carroccio assicurano di non aver mai creduto ai numeri delle scorse settimane che davano la Lega addirittura al 36-37% e di ritenere le cifre di venerdì scorso "credibili". Per Salvini, come lui stesso ha più volte spiegato anche in questi giorni ai suoi più stretti collaboratori riuniti al Viminale, ci sono due asticelle in vista del voto di fine mese. Due asticelle che i colonnelli leghisti in Parlamento definisco "volutamente prudenti". La prima barriera è quella 25%, sotto questa cifra il risultato del Carroccio sarebbe fortemente deludente, praticamente un flop, soprattutto rispetto alle indicazioni arrivate non tanto dai sondaggi quanto dalle Regionali che si sono svolte tra fine inverno e la primavera.

Tra il 25 e il 30% (ovviamente con un andamento crescente) Salvini si considererebbe comunque soddisfatto per un risultato "discreto se non buono" che significherebbe comunque un incremento di circa il 10% rispetto alle Politiche dell'anno scorso. Se la Lega superasse il 30% a livello nazionale sarebbe invece una performance "eccezionale" che aprirebbe "serie riflessioni" sull'alleanza di governo. In definitiva, soltanto sopra quota 30 Salvini - spiegano dal Carroccio - andrà al tavolo con Luigi Di Maio e Giuseppe Conte a chiedere una ridiscussione del contratto di governo (più sulle priorità che sui punti specifici) senza escludere, qualora il vantaggio dai 5 Stelle fosse molto ampio, un rimpasto con un aumento di ministeri per la Lega. "Se superiamo il 30% facciamo casino", confida un parlamentare ex padano di lungo corso.

Tornando ai numeri, dallo staff di Salvini parlano di "grande ottimismo" in Veneto, in Friuli Venezia Giulia, nella Provincia Autonoma di Trento e nel Lazio. "Ottimismo" in Piemonte, in Liguria, nelle ormai ex Regioni rosse (con la concreta possibilità di risultare il primo partito anche in Emilia Romagna e forse addirittura in Toscana), in Sardegna e in Abruzzo. "Attesa fiduciosa ma senza entusiasmo particolare" nel resto del Sud e "qualche preoccupazione" in Lombardia, specialmente nella zona di Milano. Proprio la città dove è nato Salvini, viste le ultime vicende giudiziarie, potrebbe dare qualche delusione al Carroccio, stando almeno alle valutazioni che si fanno in casa Lega.

I motivi sarebbero anche la posizione sulla Tav e il reddito di cittadinanza, non proprio graditissimi dai lombardi. Mentre, spiegano sempre fonti salviniane, l'ottimismo al Nord-Est e in particolare in Veneto si spiega come la volontà dell'elettorato di dare un segnale forte per spingere l'esecutivo a procedere con l'autonomia regionale.