Politica

Fazio-Damilano, pronta la trombata: ore contate per la sinistra in Rai

Di Giuseppe Vatinno

"Che tempo che fa" e "Il Cavallo e la torre" sono due esempi di come il giornalismo sfrutti la televisione pubblica italiana per veicolare messaggi politici

Rai, ecco come Fabio Fazio e Marco Damilano usano il servizio pubblico per fare politica

Grandi cambiamenti aleggiano nell’aria già accaldata, sebbene umida, del cavallo di Viale Mazzini che scalpita di nuove energie dannunziane. Carlo Fuortes è giubilando con il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti in attesa delle dimissioni che dovranno essere presentate anche alla presidente Marinella Soldi. Poi il ministro reintegrerà il Cda indicando il nuovo nome e poi il board dovrà eleggere il nuovo Ad che sceglierà un direttore generale. Roberto Sergio sarà l’Ad, mentre Dg sarà Giampaolo Rossi, entrambi in area centro-destra. A triarchia completata ci saranno le nomine delle direzioni generali e quelle delle testate giornalistiche.

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Insomma il centro-destra rivendica lo spoils system, come è sempre accaduto per chi ha vinto le elezioni, ma poiché in Italia le cose si fanno di nascosto occorrerà un po' di “scienza dei decreti a personam” per trovare posto ai trombati. In tutto questo tira una brutta aria per Fabio Fazio, che conduce da eoni Che tempo che fa (Rai Tre) e Marco Damilano che conduce il nuovo Il Cavallo e la torre (Rai Tre).

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La prima trasmissione è un caso chiarissimo della potenza evocatrice della parola: nomen est hominem, trattandosi della trasmissione più “faziosa” della storia del sistema pubblico televisivo. Fazio è portatore non sano del virus del buonismo melassoso alla grappa mandarina di veltroniana memoria. È tutto sorrisi, sorrisetti, ammiccamenti, grattatine alla barbetta bianca con strabuzzamento dell’occhietto furbo e scaltro di chi la sa lunga sul mondo.