Politica

Fini smonta il premierato: "Compromesso indigeribile. Qualcosa davvero non va"

di redazione politica

L'ex leader di An attacca il governo Meloni: "Questa riforma non può essere certo incensata. Sarebbe stato meglio un cancellierato alla tedesca"

Premierato, Casini nettamente contrario: "Il Capo dello Stato diventa un taglia nastri"

Gianfranco Fini entra a gamba tesa su quella Giorgia Meloni ha definito la madre di tutte le riforme: il premierato. L'ex leader di An parla chiaro e stronca senza mezze misure la legge tanto cara alla presidente del Consiglio. "Non può essere demonizzato, ma nemmeno incensato", significa che davvero qualcosa non funziona nella madre di tutte le riforme. Anche perché "io - dice Fini e lo riporta Repubblica - ero un convinto sostenitore del semipresidenzialismo francese e lo resto", precisa lo storico capo della destra: un modello "purtroppo" negletto dall’attuale maggioranza, che avrebbe fatto meglio "a guardare al cancellierato tedesco" anziché rifugiarsi in un compromesso indigeribile ai più.

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Fini entra ancora di più nel dettaglio. "La Costituzione non è un totem intoccabile, mi rifiuto di dire un no a priori". Ancora più netto il parere di Pierferdinando Casini, che richiama al dovere di lealtà: "Non prendiamoci in giro. Questa riforma cambia tutto a partire dalla funzione di terzietà del Capo dello Stato, al quale vengono tolti tutti i poteri di moral suasion. Sono poteri a fisarmonica funzionali a momenti di emergenza, una terzietà "senza unghie" si riduce al taglio del nastro". Fausto Bertinotti è il più contrario dei tre. "Andiamo verso una deriva autoritaria, è questo il disegno, mettere fine alla Repubblica costituzionale e antifascista", sentenzia l’ex segretario di Rifondazione.