Politica

Gianni Letta e i figli di Berlusconi svuotano il centro. Fitto collante Ppe-Ecr in Ue. E in futuro al Quirinale

Di Alberto Maggi

Primo step "parcheggiare" Carfagna e Gelmini da Lupi

Forza Italia resta nel Centrodestra ma sempre più autonoma e lontana soprattutto dalla Lega


Al momento vengono "parcheggiate" da Maurizio Lupi in Noi Moderati Mara Carfagna e Mariastella Gelmini che hanno appena abbandonato Azione suscitando l'ira di Carlo Calenda ("Ingrate"). D'altronde un loro ritorno immediato in Forza Italia non sarebbe possibile e non verrebbe accettato da una fetta del partito. Serve quindi una sorta di "purgatorio" per poi in futuro, quando quasi certamente ci sarà la fusione tra il movimento di Lupi e Forza Italia, tornare all'ovile.

Dietro questa operazione di svuotamento del centro - anche Matteo Renzi, dopo aver perso Luigi Marattin raccontano in Parlamento che stia subendo un'emorragia di iscritti per la sua scelta di avvicinarsi al campo largo di Elly Schlein - c'è Gianni Letta, l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio di Silvio Berlusconi e il leader ombra, ma potentissimo, di quella parte di azzurri più moderata, europeista e liberale. E in sostanza più lontana da Fratelli d'Italia e soprattutto dalla Lega.

Letta si muove in piena sintonia con la famiglia del Cavaliere, ovvero Marina e Piersilvio, e come si può facilmente vedere sulle reti Mediaset c'è stata una forte svolta liberal. In particolare sul tema dei diritti civili, nuova battaglia di Forza Italia e non solo in riferimento allo Ius Scholae che ha acceso il dibattito politico estivo nella maggioranza.

L'obiettivo di Letta e dei figli di Berlusconi è svuotare il centro di Calenda e Renzi per rendere Forza Italia sempre più forte, certamente alleata di FdI e Lega, ma anche sempre più autonoma sia sul fronte europeo e internazionale che su quello interno. Infatti non ci sarà alcun endorsement di Antonio Tajani per Donald Trump in vista delle elezioni presidenziali Usa, come invece sta facendo a gran voce Matteo Salvini. Il punto di svolta di questa operazione però non sta tanto a Roma quanto a Bruxelles.

E il target finale è quello di arrivare a una piena convergenza tra Partito Popolare Europeo di Manfred Weber e i Conservatori Riformisti di Ecr guidato da Giorgia Meloni. Ma la presidente del Consiglio - ragionano i forzisti - ha al suo interno troppe personalità di destra-destra a lei vicine, come il presidente del Senato Ignazio La Russa, la ministra Daniela Santanché e tutta quella gran parte di Fratelli d'Italia che proviene dal passato del Msi.

E quindi a giocare un ruolo chiave e centrale sarà Raffaele Fitto. Il neo vice-presidente della Commissione europea, passato democristiano e non certo missino e poi forzista, se farà bene come commissario europeo - e i presupposti ci sono tutti visto l'ottimo lavoro sul Pnrr - sarà il vero anello di congiunzione tra Ppe ed Ecr sdoganando definitivamente anche in Europa Fratelli d'Italia (cosa che a Meloni è difficile fare, non per lei, ma per molti dei suoi fedelissimi nel partito).

E a quel punto Fitto potrebbe in prospettiva diventare o leader del Centrodestra o, probabilmente, candidato al ruolo di presidente della Repubblica dopo Sergio Mattarella laddove il Centrodestra avesse ancora la maggioranza in Parlamento quando verrà il momento di eleggere il nuovo Capo dello Stato.




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