Politica
Giustizia, il ministro Nordio "addomestica" i magistrati. Scontro totale
La replica del presidente dell'Anm Santalucia: "La cancellazione del reato di abuso d'ufficio non fermerà le indagini"
Giustizia, Nordio-toghe: scontro totale. "Comportamento inaccettabile"
La riforma della giustizia voluta dal ministro Nordio in tributo a Silvio Berlusconi ha scatenato il caos. Scontro totale tra il guardasigilli e i magistrati. Nordio si è rivolto così alle toghe: "Vietato commentare le leggi". Nordio - dice il presidente dell'Anm Santalucia - sembra dimenticare che la riforma del 2020" dell'abuso d’ufficio, "punisce la violazione dolosa della legge quando non consente alcuna valutazione discrezionale. Cioè, la legge dice al pubblico ufficiale "devi fare questo o devi omettere di fare quest’altro". Come si può pensare che un comportamento di questo tipo, in palese violazione di legge, per avvantaggiare se stesso o i propri amici o danneggiare altri, possa sfuggire alla norma penale? Sinceramente non capisco".
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Secondo il presidente dell’Anm, - prosegue Il Fatto - la cancellazione del reato non potrà, però, fermare le indagini su quel tipo di condotte: “Quando il privato si sente violato dal pubblico ufficiale che secondo lui ha sfruttato l’ufficio per vantaggi personali, le indagini vanno fatte”, anzi, “l’abrogazione del reato, di fronte a una denuncia, costringerà il pm a trovare nel sistema una norma diversa con cui poter far luce su quanto avvenuto". Opinioni che sono una lesa maestà per Nordio: "Quel che è patologico – dice a Sky – è che molto spesso la politica abbia ceduto alle pressioni della magistratura sulla formazione delle leggi. Non è ammissibile, il magistrato non può criticare le leggi, come il politico non può criticare le sentenze. È un principio elementare della divisione dei poteri.