Politica
Governo, "Conte in uscita. Ma niente elezioni, Mattarela lavora al bis..."
Intervista di Affaritaliani.it a Luigi Bisignani, grande esperto dei palazzi romani della politica e del potere
Dopo le elezioni regionali in Emilia Romagna l'impressione era quella di un governo più forte, invece sono ricominciate le liti a partire dalla prescrizione. L'esecutivo Conte va avanti o cade?
"Va avanti, certamente non con questo presidente del Consiglio".
Chi non vuole più Conte?
"Ormai non lo vuole più nessuno, si è scoperto il bluff, sotto il vestito niente. Paga l'incapacità totale di far funzionare la macchina pubblica. Chiunque lavora nei ministeri o comunque nei gangli dello Stato sa che l'Italia oggi è paralizzata".
Chi potrebbe andare al suo posto?
"Chiunque, francamente".
Qualche ipotesi?
"L'idea forte sarebbe Zingaretti, che come presidente della Regione Lazio ha fatto bene. Certamente un'altra ipotesi è quella di Franceschini o, perché no, il ministro della Difesa Guerini che ha appena ricevuto un vero endorsement da parte degli Stati Uniti".
Quando potrebbe avvenire la sostituzione di Conte a Palazzo Chigi?
"Da un momento all'altro, basta un incidente parlamentare. Chiunque conosce bene il potere romano sa che l'apparato di Palazzo Chigi è poco concreto e poco operativo. D'altronde un governo che si riunisce solo di notte non funziona".
Conte via ma la maggioranza resta la stessa, giusto?
"La maggioranza resta quella attuale perché Mattarella non ha alcuna intenzione di cambiarla o di mandare il Paese alle elezioni, visto che punta alla riconferma al Quirinale. Perfino Pertini, come quasi tutti i Presidenti, voleva fare il bis. Figuriamoci Mattarella e i suoi uomini, primo fra tutti il segretario generale Zampetti".
L'unico che può insidiare Mattarella è Draghi...
"Certo, solo l'ex presidente della Bce può insidiarlo. Ma potrebbe andare alla Jp Morgan o comunque andar via dall'Italia per un bel po' di tempo accettando il ruolo di primo piano in un grande palcoscenico universitario, ovviamente internazionale visto che Draghi è stufo del caos italiano".
Passiamo al Movimento 5 Stelle. Grillo è sempre più convinto dell'abbraccio con il Pd, Di Maio molto meno. Che cosa accade nei 5 Stelle?
"Di Maio e Salvini ormai hanno un nemico comune, Conte. Con loro due il premier si è comportato come il lupo con Cappuccetto Rosso".
Quindi che accade?
"Di Maio sta cercando di creare un ponte con la destra verso Salvini ma non credo che ci riesce perché dovrebbe passare dalle elezioni anticipate e moltissimi grillini sono attaccati alla poltrona con la colla".
Sabato Giorgetti all'Unione Sarda ha usato parole di grande stima per Di Maio ('Ha la schiena dritta e non è un opportunista'). La Lega cerca la sponda con una parte del M5S?
"I due hanno collaborato molto bene insieme e hanno entrambi conosciuto la vera natura di Conte, incapace di tessere rapporti umani e di essere leale".
Ma la Lega strizza l'occhio a una parte del M5S?
"Probabilmente ci sta provando. Ma come ho detto prima quasi sicuramente le Camere non verranno sciolte perché questo Parlamento può rieleggere Mattarella al Colle, non un altro".
Nel Centrodestra è in atto la lite sulle candidature alle Regionali di primavera e in particolare in Puglia. Meloni vuole Fitto ma Salvini rimette tutto in discussione, come finirà?
"Meloni sta cercando di cambiare candidati visto che non riesce a far ritirare Fitto dopo essersi spesa troppo sul suo nome. Molti che stavano con Fitto e che ora sono nella Lega si sentono traditi e gli farebbero la guerra. Per Emiliano Fitto è il miglior candidato alla presidenza della Puglia".
Quindi?
"Finirà con uno scambio: la Campania a Fratelli d'Italia, la Lega in Puglia e Forza Italia in Toscana".
Ma Forza Italia in Calabria non è andata male e ora punta sul Sud per rilanciarsi. Come fa a mollare la Campania?
"Siamo obiettivi, in Calabria avrebbe vinto chiunque per come era messo il Pd. Forza Italia come partito di fatto non esiste più. Ci sono alcuni personaggi che fanno da traino e basta".
Chi vincerà le Regionali di primavera?
"5 a 1 per il Centrodestra, dove quell'uno dove vince il Pd è la Toscana".
Non è che sacrificano Toti in Liguria per trovare la quadra?
"Toti è un po' come Bonaccini, ha governato bene e ha dimostrato di avere la schiena dritta in tante situazioni difficili e complicate. La Liguria in questi anni ha avuto oggettivamente una sfiga pazzesca".
Nella Lega Giorgetti sta lavorando al suo partito dei moderati?
"Giorgetti non sta facendo un suo partito, però si rende conto della grandezza e anche dei limiti di Salvini, visto che è quello che lo conosce più di tutti. L'elettorato della Lega, partite Iva e imprenditori medio-piccoli, non gradisce tanto la guerra al mondo fatta da Salvini ma apprezza molto tutto l'apparato di amministratori e di assessori leghisti. Giorgetti sta cercando di mettere insieme queste competenze per offrirle poi a Salvini quando si voterà".
Magari il candidato premier sarà Giorgetti e non Salvini...
"Salvini deve evitare di fare l'errore che fece Berlusconi e cioè occuparsi solo di politica estera. Può essere che lui resti il leader forte candidando a Palazzo Chigi Giorgetti o un altra figura come quella di Dini all'epoca. Ci sta".
Quanto contano i rapporti di Giorgetti con il Vaticano?
"Tantissimo. Lui ha ottimi rapporti, veri e consolidati. Mentre gli altri cercano di accreditarsi, Giorgetti ha relazioni forti e sincere. Va detto che lui ci crede davvero e non strumentalizza la religione per motivi politici. Tutte le mattine alle ore 8 va a messa da monsignor Andreatta a piazza della Pigna a Roma e quando era sottosegretario, nonostante ci sia sempre tanta gente, entrava dal fondo come tutti gli altri fedeli. I suoi rapporti con la Chiesa e con il Vaticano sono basati su una fede vera".