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Politica
Governo e riforme, presidenzialismo? Da Schlein (e Pd) c’è già un "no" a tutto

Premessa necessaria, per il Pd, alla luce delle parole del ministro Antonio Tajani: "Se le opposizioni scegliessero l'Aventino commetterebbero un grave errore" e, comunque, "noi andremo avanti, poi ci saranno i referendum e decideranno i cittadini".

Il sospetto dei dem e' che al fondo della convocazione delle opposizioni ci sia la volonta' dell'esecutivo di alzare una cortina di fumo sui dossier piu' impellenti e delicati per la maggioranza, dal Pnrr alla sanita', passando per i temi del lavoro e alcuni dossier internazionali. Fra questi, anche l'elezione del prossimo segretario Nato. "Il voto per un nome o per un altro dira'a' molto della collocazione internazionale del Paese". Insomma, quello che i dem temono e' che quello delle Riforme sia solo una operazione di distrazione di massa da parte della maggioranza per nascondere le proprie difficolta'.

"Dobbiamo vedere se la volonta' di dialogo c'e' oppure se e' solo un modo per guadagnare tempo e distogliere l'attenzione dalle brutte figure che sta facendo il governo", dice Dario Parrini: "Se invece ci sono solo dei feticci ideologici da sventolare, allora vuol dire che non c'e' una vera volonta' di dialogo".

Tra i nodi nel campo della maggioranza, spiega una fonte dem alla Camera, c'e' anche quello dell'Autonomia differenziata. Nello stato maggiore dem e' opinione diffusa che il dossier sara' portato avanti parallelamente a quello del presidenzialismo, per evitare 'strappi' fra le forze politiche che sostengono il governo, ma anche per rassicurare i territori al Sud, dove l'ipotesi di Autonomia differenziata continua ad alimentare qualche malumore. Assieme a Schlein, domani nella delegazione Pd ci saranno i capigruppo di Camera e Senato, Francesco Boccia e Chiara Braga, e il responsabile Riforme e Pnrr della segreteria dem, Alessandro Alfieri.

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