Governo, Ncd in fermento. Sul tavolo anche l'addio alla maggioranza
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
L'annuncio di Lorenzo Cesa ("Se ci sarà un asse tra Pd e M5S sulle unioni civili, l'Udc ne prenderà atto. Non ci resterà altro da fare che uscire dalla maggioranza") ha lasciato il segno. Angelino Alfano continua ad affermare che non aprirà la crisi di governo sul ddl Cirinnà, anche se le unioni civili - stepchild adoption compresa - venissero approvate con l'ok dei pentastellati, ma la pressione in queste ore è elevatissima. Dietro le quinte, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, all'interno di Area Popolare e in particolare dell'Ncd sarebbero in corso febbrili discussioni per decidere nelle prossime ore o nei prossimi giorni se confermare in ogni caso l'appoggio a Renzi - come ha sempre sostenuto il ministro dell'Interno - o se seguirà quanto deciso dall'Udc aprendo una crisi di governo, nel caso in cui il Pd e il premier confermassero l'asse con il M5S sulle unioni civili chiudendo quindi a modifiche al ddl Cirinnà.
In Parlamento si parla insistentemente di un fortissimo pressing dei vertici della Chiesa italiana sui senatori centristi affinché facciano di tutto per non consentire il via libera alle unioni civili. Politicamente, come più volte scritto da Affaritaliani.it, Renzi ha cercato nei giorni scorsi di "rassicurare" (o "accontentare") l'Ncd con un rimpasto ultra-generoso, che non a caso ha suscitato l'ira della sinistra Pd. Ma a questo punto la posizione di Alfano rischia di essere in minoranza e anche se il responsabile del Viminale confermasse il sostegno al premier non è escluso che una fetta consistente di senatori di Area Popolare possa lasciare la maggioranza per aderire al gruppo Idea di Quagliariello e Giovanardi che già da settimane, e non solo sulla Cirinnà, hanno abbandonato l'esecutivo. E' evidente che se tutto l'Ncd (o una buona parte consistente) mollasse la maggioranza i verdiniani di Ala non sarebbero sufficienti per garantire la stabilità al governo Renzi.