Politica

"Governo succube di politiche antioperaie. Prepara il cappio per i popoli"

Di Alberto Maggi

1921-2021 I Cento anni del Partito Comunista. Le ragioni di una scelta, intervista di Affaritaliani.it al segretario Marco Rizzo

    

In questa settimana si celebrano i cento anni dalla fondazione del Partito Comunista d’Italia. Voi come guardate a questa ricorrenza? La gente si chiede se in fondo non siate dei nostalgici fuori dalla storia.
"Le ricorrenze sono sempre un’occasione per soffermarsi a considerare la storia passata e gettare uno sguardo sul futuro. Nonostante le sconfitte subite, non c’è dubbio che la storia dei comunisti è stata una storia di grandi successi. Mi consenta di menzionare: la fine della guerra in Russia nel 1918 e la trasformazione radicale di quel paese da mediovale a seconda potenza industriale del mondo, la vittoria sul nazismo in Europa con l’Armata Rossa e in Italia coi comunisti che erano la parte preponderante della Resistenza, la difesa delle condizioni di vita e dei diritti sociali dei lavoratori in tutto il mondo, sia dove i comunisti governavano, sia, come in Italia, dove erano all’opposizione. Abbiamo visto cos’è successo dopo il crollo del Muro di Berlino e la caduta del socialismo in URSS e negli altri paesi e lo scioglimento del PCI: un declino, una frana nelle condizioni di vita di quei paesi, ma anche nel nostro ed in tutta Europa. La maggior parte delle posizioni che si erano conquistate, sia da parte dei lavoratori, che da parte di tutti coloro che subiscono le contraddizioni del capitalismo, sono state erose.Se d’altro lato si guarda allo sviluppo del capitalismo, mai come in questo momento le diseguaglianze e il malessere si estende nei nostri paesi. La pandemia non fa altro che esaltare la crisi che era già presente in forma più o meno acuta. Mai ricchi così ricchi e mai poveri così poveri.Nei paesi capitalistici l’economia ha preso così tanto il sopravvento, da liquidare ogni mediazione della politica e i guasti si vedono tutti: dalla sanità, all’istruzione, dal lavoro, alla casa. Ormai i proprietari dei giganti del web comandano più dei politici: twitter e facebook si possono permettere di oscurare l’account del Presidente deli Stati Uniti; una cosa impensabile nel passato.Solo i paesi in cui ancora la politica dirige l’economia, in primis i paesi che si richiamano all’esperienza socialista, le diseguaglianze e il malessere non sono così esplosivi.Noi riteniamo che sia indispensabile un cambiamento radicale della società, una rivoluzione, che non può essere basata su piccoli aggiustamenti, ma una sostituzione della classe dominante che sta portando il mondo alla rovina e alla guerra, con un’altra, quella dei lavoratori, di tutti coloro che vivono del proprio lavoro.Se dire queste cose significa essere nostalgici…".

In ogni caso, nonostante gli acciacchi il capitalismo sembra in buona salute e la sua forma di governo, la democrazia rappresentativa, sembra il miglior sistema che ha retto alla prova della storia.
"Direi che in buona salute sono i miliardari e non i miliardi di sfruttati che lavorano per loro e sotto di loro.Un solo esempio. Se vogliamo misurare il benessere collettivo con un indicatore sintetico, questo potrebbe essere la vita media che si registra anno dopo anno nei vari paesi. Esso naturalmente è da decenni in ascesa grazie al miglioramento delle tecnologie e della scienza. Ebbene da qualche anno tale indicatore si è fermato e sembra regredire nella cittadella più rappresentativa del capitalismo, gli USA. È un sintomo grave che la gente di anno in anno vive peggio e meno che nei periodi precedenti?La crisi politica a cui abbiamo assistito nella successione dei presidenti USA, a parte la vicenda del Campidoglio, registra una crisi economica e sociale epocale, profonda, forse irreversibile. Il paese è spaccato in due, ma soprattutto le classi dominanti sono in competizione gravissima tra di loro, aggregati da un lato attorno ai nuovi monopoli della green economy e della comunicazione di massa e dall’altro attorno ai vecchi monopoli dei petrolieri. Sono uniti nel contrastare l’ascesa della Cina, ma poi si fanno la guerra su tutto senza esclusione di colpi. La perdita di autorevolezza morale è verticale. Come faranno a spacciarsi ancora come i difensori della democrazia in tutto il mondo? Io pavento che questa crisi possa sfociare in un conflitto aperto disastroso per l’umanità.La crisi europea non è da meno. I paesi del nord litigano con quelli del sud su chi deve accollarsi maggiormente la crisi economica. Le misure che stanno per essere prese (MES, Recovery Fund) saranno comunque a debito o diretto o a carico del bilancio comunitario a cui ogni stato contribuisce pro quota e che quindi graverà inevitabilmente sui bilanci nazionali. Condizionalità o meno, alla fine del giro saranno i cittadini a pagare, cioè come al solito quelli che le tasse le pagano, non le multinazionali schermati dietro i propri privilegi, come l’ex-FIAT o Google o Amazon".

Veniamo all’Italia. Come vede la crisi in corso? Lei come giudica l’operato del governo Conte bis? È apparso un appello antifascista firmato da tante sigle e partiti affinché non si apra una crisi al buio. Il suo partito non lo ha firmato. Perché? Preferite il ritorno alle urne e l’inevitabile vittoria delle destre?
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Questa è la trappola del “meno peggio” nella quale la sinistra si è trovata imbrigliata per decenni, col risultato che vediamo: i comunisti sono stati prima ridotti al lumicino e poi spazzati via dal Parlamento. Quell’appello è un’offesa alla memoria dei partigiani. Un governo del tutto succube delle politiche antioperaie e antidemocratiche dell’Unione Europea, capace di equiparare il ruolo storico del comunismo e del nazismo, che ci sta preparando il più colossale cappio dove impiccare i popoli, che raccatta i voti persino della Polverini (chissà la signora Segre se avrà imbarazzo a votare come lei dopo averne viste le foro col braccio teso nel saluto fascista), che ha distrutto la sanità pubblica, che si ostina a non aprire alla possibilità di acquisire i vaccini su un orizzonte a 360 gradi, nonostante la malefatte dei caporioni dei big mondiali, che sarà capace di precipitarci nella più grave crisi militare che è in via di preparazione da anni … begli antifascisti! Ma gli altri non hanno certo nulla da invidiare in quanto a politiche filoeuropeiste, liberiste e filopadronali, sia ben chiaro!In ogni caso, se devo fare una previsione a proposito di questo teatrino, direi che all’inizio del semestre bianco si arriverà e che questa maggioranza eleggerà il nuovo Presidente della Repubblica".

Quindi il partito comunista contro tutti?
"Proprio qui stanno le ragioni dei comunisti. L’unica forza che può e deve dire le cose come stanno al popolo italiano che deve risollevare dalla polvere la bandiera rossa, simbolo del lavoro e delle classi oppresse, dell’uguaglianza, della vera libertà, che è quella innanzitutto dal bisogno.Mai come oggi, in questi cento anni, la necessità di dare non solo un protagonismo politico ai lavoratori è stata così urgente. Mai, come oggi, la necessità del socialismo si impone come imprescindibile soluzione per i gusti sempre più gravi che il capitalismo sta arrecando a tutta l’umanità e allo stesso Pianeta. Mai come oggi serve un forte Partito Comunista, coeso, che abbia le idee chiare sulla strada da intraprendere. E la strada, da cento anni, è ancora di più oggi è la stessa".