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Green Pass, il governo non arretra. Draghi: "Test a pagamento e nessun rinvio"

La svolta dell’Aifa: sbloccati Sputnik e il cinese Sinovac per l’ottenimento del certificato

Green Pass, il governo non cede. Draghi: "Test a pagamento"

Il Coronavirus in Italia continua a far paura e così da oggi diventerà obbligatorio il Green Pass per accedere a tutti i luoghi di lavoro, del settore pubblico e del privato. Il governo ha deciso di tirare dritto, nonostante le pressioni ricevute. Per il premier Mario Draghi - si legge sulla Stampa - si procede com’è stato deciso, senza deroghe e senza slittamenti. Oggi scatta l’obbligo della certificazione verde sui luoghi di lavoro. Chi non si è adeguato è fuori, sospeso e con lo stipendio congelato. In questo assaggio di autunno caldo il presidente del Consiglio si trova di fronte alla prima vera prova di tenuta sociale del Paese. Ma la minaccia di bloccare l’Italia, partita dagli operatori della logistica, non pare impensierire troppo Draghi. Il Viminale gli ha fornito un quadro più rassicurante sulla gestione dei cortei che ci saranno oggi e domani a Roma e in altre grandi città.

Il commissario straordinario al Covid Francesco Paolo Figliuolo - prosegue la Stampa - è ottimista sui numeri e punta a raggiungere il traguardo del 90 per cento di vaccinati entro metà novembre. A quel punto, Draghi non esclude di poter attuare una prima revisione sull’estensione del Green Pass. Manca un mese, però. E non è poco, soprattutto se si considera il fatto che sono i giorni in cui l’influenza stagionale comincia a diffondersi. E ci sono passi in avanti anche sul fronte dei vaccini extra-Ue. Ieri è stato il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini ad annunciarlo: «Sul riconoscimento ai fini dell’ottenimento del Green Pass dei vaccini non autorizzati all’interno dell’Unione Europea», come quello cinese o russo, «credo ci sarà un’evoluzione favorevole. Penso sarà valutata con favore l’idea di una reciprocità tra Stati, che è importante, anche in un’ottica di politica estera e non solo vaccinale».