Politica
M5S, Grillo fa perdere 500mila voti. Ecco a chi vanno
Grillo costa caro al M5S. Conte in difficoltà e Pd in imbarazzo. L'analisi
L'uscita a dir poco infelice di Beppe Grillo, con il video nel quale difende il figlio accusato di violenza sessuale e che continua a scatenare moltissime polemiche politiche, costa cara al Movimento 5 Stelle. Anche e soprattutto in termini elettorali.
"Grillo in questi ultimi mesi e in queste ultime settimane si era configurato come kingmaker, come mentore esterno che protegge benevolmente e neutralmente il Movimento. Ora non può ritornare a fare il combattente in prima persona", spiega ad Affaritaliani.it Alessandro Amadori, sondaggista e docente universitario alla Cattolica di Milano. "Si tratta di una contraddizione di ruoli simbolici, da mentore torna a essere parte in causa. Quanto accaduto è certamente un elemento che fa perdere voti al M5S. Una variazione contingente che nel breve periodo è stimabile attorno all'1%, pari a circa 400-500mila voti. Voti in uscita dal M5S che potrebbero andare in parti uguali al Pd, alla Lega e all'area dell'astensione. D'altronde questa è la formazione stessa del consenso dei grillini: un terzo dal Centrosinistra, un terzo dal Centrodestra e un terzo dall'area del non voto".
Non solo. Il contestatissimo video del fondatore dei 5 Stelle "mette certamente in imbarazzo l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte", spiega Amadori. "Al di là del merito dell'uscita e del contenuto, forti e spiazzanti, Grillo leva la scena a Conte. Prima ha nominato il re e poi, di fatto, torna lui a essere il re. Un errore politico essere tornato king dopo aver scelto di fare il kingmaker, che mette in difficoltà il king-Conte". E non finisce qui. "Il video di Grillo è scomodissimo anche per il Partito Democratico, una forza politica che fa della difesa dell'establishment legale e giudiziario un punto fermo e imprescindibile. In chiave psicoanalitica quel video è il sintomo che Grillo non vuole mollare la scena. Razionalmente sa che converrebbe al M5S dare spazio a Conte, ma emotivamente non riesce a compiere questo passaggio fino in fondo. Di fatto, è tornato il Grillo di venti anni fa", conclude il sondaggista.