Politica
Crosetto e la sindrome da complotto: il furto a burraco è un caso politico
Il ministro della Difesa pubblica su Instagram il "furto" avvenuto durante una partita a burraco, ma il caso diventa lo specchio di un'attitudine politica
Il burraco di Crosetto e la frecciata politica di Aldo Grasso
Il burraco di Crosetto continua a tenere banco nel dibattito mediatico. Qualche giorno fa il ministro della Difesa ha condiviso sui suoi canali social una partita a burraco fatta tra amici, sottolineando il "furto" subito durante il gioco. "I giorni di riposo servono anche a rilassarsi con gli amici, giocando a Burraco. E non c’è miglior soddisfazione di vincere anche quando ti “rubano” 100 punti nel conteggio e te ne accorgi dopo..grazie Caio", si legge su Instagram. Un post che ha fatto subito il giro della rete, scatenando anche, a detta del ministro, i leoni da tastiera.
Il post su Instagram pubblicato dal ministro
La risposta al vetriolo del ministro all'"hater di merda"
Ora, a distanza di qualche giorno, Aldo Grasso- tra le firme più prestigiose del Corriere- infilza il ministro della Difesa proprio sulla tanto nota partita di Burraco, diventata lo specchio di "un'attitudine" politica. "A volte Crosetto, anche lui della schiatta dei non ricattabili, sembra scosso da sindrome da complotto, da fantasie di assedio. Ma intanto non si accorge che gli rubano punti al tavolo da gioco...".
"Dagli amici mi guardi Iddio che... Martedì scorso il ministro Guido Crosetto ha giocato a burraco con moglie e amici, non si sa se nella bella casa di Marene (Cuneo) o nel superattico romano dell’amico Carmine Saladino. Com’è noto, dopo aver pubblicato su Instagram (ma che bisogno c’era?) gli esiti della partita, i leoni da tastiera si sono scatenati e il ministro ha risposto per le rime, sbroccando non poco", scrive Grasso. Ma agli odiatori, continua Grasso, "è sfuggita la frase più importante: «Non c’è miglior soddisfazione di vincere anche quando ti “rubano” 100 punti nel conteggio e te ne accorgi dopo...». A volte Crosetto, anche lui della schiatta dei «non ricattabili», sembra scosso da sindrome da complotto, da fantasie di assedio (aveva tuonato contro «riunioni di una corrente della magistratura» che cercava di «fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni») ma intanto non si accorge che gli «rubano» punti al tavolo da gioco. La favola insegna che affrontare i nemici (la Brigata Wagner, la Corte dei Conti, le toghe rosse, gli haters) richiede audacia. Ma altrettanta ne occorrerebbe per affrontare gli amici (del burraco) e soprattutto la realtà senza l’alibi della cospirazione".