"Il Governo Lega-M5s durerà, Pd ne prenda atto". Moriremo giallo-verdi? - Affaritaliani.it

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"Il Governo Lega-M5s durerà, Pd ne prenda atto". Moriremo giallo-verdi?

Marco Zonetti

Secondo il politologo Mauro Calise, né Di Maio né Salvini hanno vantaggio a far cadere il Governo, mentre il Pd ha di fronte scadenze pericolose

Dal maggio 2018, da quando cioè Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno deciso di governare assieme sotto l'egida di un "contratto" fra Lega e M5s, gli osservatori politici di ogni schieramento attendono la caduta dell'Esecutivo.

Troppo diversi i due partiti di Governo, troppo diversi i due leader, troppo in ascesa Salvini e troppo in discesa i grillini per proseguire l'avventura... questi i tre punti principali sui quali si basa l'assunto della breve durata della compagine giallo-verde.

Dopo la vittoria di Nicola Zingaretti alle primarie del Pd e il recupero dei dem nei sondaggi, poi, soprattutto nel Centrosinistra l'idea di un ritorno rapido alle urne con il mutamento degli scenari a Palazzo Chigi ha preso l'abbrivio ed è radicatissima.

Acqua sul fuoco degli entusiasmi di Zingaretti & co. la getta tuttavia il politologo Mauro Calise, che mette in guardia il nuovo segretario dem da bruschi risvegli. Secondo Calise, infatti, Lega e M5s sono "condannati a restare assieme" ed è lo stesso Salvini a preoccuparsi del calo dei consensi grillini. Se il leader del Carroccio mandasse all'aria il Governo e si ripresentasse con il Centrodestra, sostiene Calise, sarebbe costretto a governare e quindi a mettersi effettivamente alla prova con l'elettorato, cosa che non gli conviene. Mentre Di Maio lascerebbe il Governo soltanto dietro ordine di Davide Casaleggio, cosa che difficilmente avverrà secondo il politologo. 

Provando ad approfondire, se è vero che Di Maio si è ormai indissolubilmente legato al destino di Salvini, avendo perso voti a Sinistra e vedendo quelli di Destra confluire nelle casse della Lega, lo stesso vicepremier leghista avrebbe tutto da perdere nel riallacciare rapporti con Silvio Berlusconi per governare con lui, in quanto avrebbe contro non soltanto il Pd ma anche il m5s "tradito" che non esiterebbe a sparare a zero contro l'ex alleato tornato all'ovile del Cavaliere.

Insomma, la fine di questo governo - per quanto strampalato - non conviene né a Di Maio né a Salvini, e le prossime Europee che molti danno come spartiacque storico e possibile definitivo chiodo sulla bara dell'esecutivo potrebbero non portare ad alcun mutamento, se non forse qualche rimpasto nella rosa dei Ministri. Ma niente più.

Inoltre, come ricorda Calise, il Pd dovrà affrontare le scadenze delle elezioni in Emilia Romagna e in Piemonte, e una eventuale sconfitta precipiterebbe Zingaretti in un baratro difficile da risalire (specie con la fronda dei renziani di ferro in seno al partito). Moriremo giallo-verdi? Stando alle analisi del professor Calise (che già l'anno scorso sosteneva che il governo Conte sarebbe durato di più del governo Renzi),  l'ipotesi non è così peregrina.