Politica

Il pasticcio Rovelli-Levi-Crosetto, un'imbarazzante vicenda all'italiana

Di Giuseppe Vatinno

Prima l'invito di Levi a Rovelli, poi il dietrofront per evitare problemi con il ministro Crosetto e, infine, l'imbarazzante invito rinnovato

Levi - che è stato anche Deputato per l’Ulivo già sottosegretario di Stato a Palazzo Chigi con delega all’editoria con Romano Prodi - aveva vergato una epistola degna della più raffinata commedia italiana: “Il clamore, l’eco, le reazioni che hanno fatto seguito al suo intervento al concerto del Primo Maggio mi inducono a pensare, mi danno, anzi, la quasi certezza, che la sua lezione che così fortemente avevo immaginato e voluto per la cerimonia di inaugurazione della Buchmesse con l’Italia Ospite d’Onore diverrebbe l’occasione non per assaporare, guidati dalle sue parole, il fascino della ricerca e per lanciare uno sguardo ai confini della conoscenza, ma, invece, per rivivere polemiche e attacchi. Ciò che più di ogni altra cosa sento il dovere di evitare, e di questo mi prendo tutta, personale la responsabilità, è che un’occasione di festa e anche di giusto orgoglio nazionale, si trasformi in un motivo di imbarazzo per chi quel giorno rappresenterà l’Italia. E non le nascondo la speranza che il nostro Paese sia rappresentato al massimo livello istituzionale. Sono portato a pensare che lei per primo avrà immaginato gli scenari che le sue parole avrebbero aperto”. 

E poi il finale perfido con perculamento annesso: “Spero che questa lettera possa almeno contribuire a non farmi perdere la sua amicizia e mi auguro di poter leggere presto un nuovo libro”. Alle prime polemiche però, inaspettatamente, Crosetto fa notare che lui di questa vicenda non ne sa proprio niente e subito accorre il ministro della Cultura Sangiuliano che si stava già preparando a mazzolare Rovelli ed è costretto ad una rapida retromarcia. Quindi nel tardo pomeriggio di ieri arriva la contro-contro smentita fantozziana di Levi: “Rinnovo l’invito al professor Rovelli a partecipare alla cerimonia, per condividere con tutti noi la bellezza della ricerca e il valore della conoscenza”. 

In pratica - sta dicendo - abbiamo scherzato. Naturalmente la seconda missiva Levi l’ha mandata solo quando Crosetto ha dichiarato: “Mi dispiace deludere gli esperti dei complotti all’italiana ed auspico un ripensamento” e così Levi si è affrettato a dire che non ha subito alcuna pressione da parte del governo.