Politica
Il pasticcio Rovelli-Levi-Crosetto, un'imbarazzante vicenda all'italiana
Prima l'invito di Levi a Rovelli, poi il dietrofront per evitare problemi con il ministro Crosetto e, infine, l'imbarazzante invito rinnovato
Va da sé che l’opposizione e la sinistra avevano già cominciato a gridare alla censura pinochettiana del professore latore di istanze di libertà (per i buchi neri). Poiché Levi è anche presidente dell’Aie, l’Associazione italiana editori, si può star certi che perderà tutti e due i posti, essendo rimasto col classico cerino in mano. Chi è il mandante e quale è sia stato il movente è difficile da capire.
Crosetto ha anche fatto balenare la possibilità che sia stato una sorta di complotto della sinistra perché ha detto che “i due” e cioè Rovelli e Levi, sono anche amici. Più pratico da buon partenopeo Sangiuliano che ha preso la palla al balzo cercando di piazzare i suoi: “Avendo subìto censure, sono contrario ad infliggerle ad altri. Magari a quella del professor Rovelliaggiungerei qualche altra voce, quella di Pietrangelo Buttafuoco, Francesco Borgonovo, Marcello Veneziani o altri, in omaggio al pluralismo”.
Resta una pessima storia all’italiana che ha fatto sbellicare all’estero soprattutto i nostri cugini francesi che con un sorrisetto di sufficienza hanno commentato i soliti “italiens”. Giorgia Meloni dovrebbe fare un repulisti anche nel campo della comunicazione istituzionale e dell’editoria per evitare in futuro situazioni imbarazzanti come questa per lei e per l’Italia.