Politica

Il pecoraio di Beppe Grillo: l'Italia e la scuola rese un centro sociale

Marco Giannini

 

Credo tutti sappiate che in questi anni i nostri media hanno ampiamente dimostrato di mentire spudoratamente sulle questioni più delicate quali legalità, economia, democrazia. Ancora oggi, ad esempio, la stragrande maggioranza dei cittadini non comprende perché siamo sempre più in svantaggio (ed additati) rispetto ai 'presunti partner' centro europei ma se questi ultimi riescono a spremerci è perché (ve lo garantisco) non siamo informati in modo corretto. Ci fanno la guerra senza che ce ne rendiamo conto, ci portano addirittura a credere che il MES sia una opportunità parlando di pacchetto e, peggio ancora, di riforma. 

Adesso state tranquilli che lo cambiano! Lo cambiano in un weekend e lo rendono 'ganzo'! "Oplà lo abbiamo cambiato" e "cambiato" equivale a "bello bello"! Bastano Di Maio e l'insegnante di storia Gualtieri (insegnante...).  

Riforma dicevamo, termine che non significa più conquista ma che fa terrore, tanto caro ai lobbiesti, ovviamente.

Non crediate però che queste dinamiche avvengano solo a questi livelli perché lo stesso succede anche capillarmente sul territorio grazie alla subordinazione strisciante della carta stampata verso piccoli signorotti (signorini) locali. Vigliacchetti che si credono forti dietro il distintivo, complice la sudditanza della popolazione che ha capito di non poter reagire, piegata alla omologazione imposta dall'alto (renderci tutti uguali per farci stare zitti) e dalla insicurezza strisciante ad essa collegata. 

Niente è lasciato a caso, niente è spontaneo, libero. 

Libertà che bella parola... 

Se un cittadino cerca di migliorare situazioni illogiche sul territorio la regola di politici e giornalisti continua ad essere "colpirlo sul posto di lavoro" ed il colpo è sempre sparato in modo squallido ed indiretto, viscido, da personaggi incollati alla poltrona, gente che vis a vis si cagherebbe addosso (mi si perdoni il termine).

Si pensi al mondo della scuola: a destra vogliono frammentarla e credono che il corpo docente lavori poco, mentre a sinistra pensano di poter manipolare le menti dei bambini e dei ragazzini, cui vengono addirittura somministrate teorie aberranti ed inerenti tutt'altro. 

Il caos.

La narrazione dominante parla a sproposito di bontà contro odio ma in realtà anche questa Istituzione (la scuola) come il paese intero, viene via via trasformata in un centro sociale quando invece dovrebbero essere al centro la trasmissione dei saperi, la formazione, l'importanza del profitto scolastico, il rispetto verso l'Istituzione scuola, la disciplina, l'inclusione ed il contatto profondo ed emotivo con le tradizioni. 

Citando Giorgio Gaber che anticipò i tempi affermando "che cos'è la destra, che cos'è la sinistra" mi chiedo il mondo dei lavoratori e le famiglie cosa ne pensino di tutto questo: tirano avanti un paese ecco cosa pensano.

E voi lettori cosa ne pensate? 

Davvero la politica e la carta stampata si sentono di rango superiore alla conoscenza?

Anche su questo scadimento dell'Istruzione testimoniato delle ultime ricerche, perché la stampa tace sulle cause o peggio appoggia un crimine contro i nostri bimbi?

Se, parafrasando ancora Gaber, si sono invertiti i ruoli delle due fazioni (destra e sinistra) pensate che a famiglie, lavoratori e docenti ciò importi?

Un insegnante deve essere messo nelle condizioni di trasmettere la propria materia, di favorire l'apprendimento, di sviluppare di 360° le competenze dei discenti (si pensi alle LIM, alle aule informatica, ai computer, alla creatività, tutti stimoli alla crescita ed alla innovazione) di far sentire loro di poter disporre del top della accuratezza ed invece ci fanno stringere la cinghia (assurdo) rastrellando minuziosamente il territorio comprimendo i beni ed i servizi ed alle risorse umane non viene facilitato l'incontro con tutto ciò che può accrescerle.

E chi parla viene messo nei guai dalla commistione politica stampa!

Ps:

Tutto questo sta subendo una accelerazione grazie al partito di Giuseppi Grillo: quando me ne andai dal 5s per l'euro lo feci per primo e fui perseguitato; il tempo è stato di molto, ma di molto galantuomo verso chi (come me) aveva capito prima degli altri. I cambiamenti dittatoriali imposti dal comico genovese sono emersi via via uno dietro l'altro (alleanze, indagati, euro, incarichi ecc) facendo fuggire dal suo pecoraio anche coloro che mi avevano massacrato... a loro dedico "Prima vennero" di Brecht.