Politica

Il razzista Navalny idolo della sinistra, Schlein strumentalizza la tragedia

Di Giuseppe Vatinno

Ora la segretaria del Pd sta cercando un incontro con Yulia Navalny, la quale sul campo si è direttamente autopromossa erede politica del marito scomparso

Così Elly Schlein strumentalizza la tragedia di Navalny

Più tempo passa e più ci si accorge come la politica sia divenuta pura merce di scambio e strumentalizzazione. Esemplare è il caso di Navalny e della moglie Yulia. Il dissidente russo non era uno stinco di santo. Nazionalista convinto, razzista e sessista è però divenuto immediatamente una icona della sinistra che in questi casi dimentica subito gli aspetti che possono danneggiare la costruzione di una icona e il processo di santificazione postuma.

Basti pensare a casi come quello di Gino Cecchettin che non ha mai trovato il coraggio dire se il profilo da cui partivano post sessisti verso le donne fosse il suo oppure no e guai a parlarne. I processi di santificazione però sono torte dolciastre costruite con la panna acida dell’ipocrisia che domina la società. E quindi quando qualcosa non torna su come le cose dovrebbero essere ecco che si aggiustano, si modificano, si storcono, si omettono e un onnipresente “Ministero della Verità”, di orwelliana memoria, mette a posto tutto ricostruendo il passato.

LEGGI ANCHE: "Navalny ucciso con un pugno al cuore. Un metodo dei servizi segreti del Kgb"

In questa ottica si attacca chi dice che il “Re è nudo”, come ha fatto Salvini che ha tentato di porre un argine al mainstream mondiale dicendo che le cause della scomparsa saranno appurate da medici e magistrati. È stato sommerso dalla solida ondata di fango, questa volta proveniente soprattutto dalla Ue che processi non ne vuole fare perché ha la verità in tasca e “sì sa già tutto”.

Per Bruxelles Navalny è stato ucciso sicuramente da Putin ma lo stato di diritto a cui tutti a parole dicono di credere necessita di indagini e processi e questa è l’essenza della democrazia. In Italia la Schlein ha imparato, dal canto suo, bene il mestiere e quindi riesce ad utilizzare il suo congenito e infantile populismo per tirare acqua al suo mulino.

Ora sta cercando un incontro con Yulia Navalny che sul campo si è direttamente autopromossa erede politica del marito, che tanto si fa tutto in famiglia. Una situazione francamente imbarazzante perché comunque il ruolo rappresentativo lo si deve conquistare sul campo e non basta autoproclamarsi. Dal canto suo Putin ha fatto una mossa che ha messo in difficoltà il governo dicendo che “L’Italia è sempre vicina” perché per una parte dell’elettorato questo è sempre stato vero.

LEGGI ANCHE: Navalny, "del Novichok tra 14 giorni non ci sarà più traccia". Putin ha vinto

Basti pensare solo alla amicizia personale tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. Ora Forza Italia ha compiuto una svolta a 180 gradi ma tutti ricordano bene questi fatti e lo stesso Cavaliere non accettò mai la posizione della Ue su questa vicenda. Quindi la contraddizione non è in Salvini ma in chi ha cambiato idea.

Inoltre occorre fare attenzione a non essere troppo zelanti con l’Ue perché a breve ci saranno le elezioni americane e Donald Trump è superfavorito nei confronti dello sfiatato e suonato Joe Biden. Anche Trump è amico di Putin e sarebbe un po’ difficile per l’Ue mettersi contro contemporaneamente agli Usa e alla Russia e siamo certi che gli scaltri eurocrati di Bruxelles compierebbero velocemente una nuova inversione di rotta.

Trump, inoltre, ha sempre avuto un ottimo rapporto con Giorgia Meloni e Matteo Salvini e quindi occorre avere un occhio proiettato anche al futuro per evitare poi di trovarsi imbarazzati e spiazzati.