Politica

Il reddito di cittadinanza non fa breccia al Sud, ma anche il lavoro non c'è

Eduardo Cagnazzi

Reddito di cittadinanza: il 60,3% delle domande accolte viene dal Sud e dalle Isole. Dalla Campania più richieste, ma la vera occupazione resta ancora un sogno.

L’assalto agli sportelli per richiedere il reddito di cittadinanza non c’è stato. In molti hanno scelto il sommerso,  il lavoro effettivo resta più che mai un sogno. Delle 960mila domande accolte fino agli inizi di settembre, secondo dati Inps, 578.938 sono le richieste pervenute dalle regioni del Sud Italia (60,3%). In Campania le maggiori richieste. Affaritaliani ne parla con Camilla Iovino (nella foto), segretario regionale Uil Campania con delega alle Politiche attive.

Qual è lo stato dell’arte delle richieste in Campania? “Ad oggi, secondo i dati Inps, abbiamo solo in Campania più di  250 mila domande di Rdc presentate e quasi 200 mila accolte. Anche la pensione di cittadinanza ha avuto le sue richieste con più di 15 mila domande accolte.  Le province di Napoli e di Caserta, essendo le più popolate  risultano essere anche le più bisognose.  Il reddito di cittadinanza misura ancora una volta un divario palese , profondo, tra Nord e Sud, perché del quasi un milione e mezzo di domande presentate su tutto il territorio nazionale, il 60% di richieste proviene unicamente dal Mezzogiorno. D’altronde non è una novità per i nostri territori visti gli alti i tassi di povertà e di disoccupazione”.

Quale tipo di sostegno e beneficio hanno ricevuto concretamente le famiglie da questa misura? “Il sostegno in effetti entra come un’azione ed un beneficio concreto nella vita delle persone, che possono pagare  bollette, acquistare  beni di prima necessità, pagare il fitto o il mutuo di casa e cosi via. In media le famiglie che si sono viste accolte le domande hanno ricevuto sui 500 euro col Rdc, con la pensione di cittadinanza  invece , circa 200 euro. Il fatto è che , seppur condividiamo la misura, il Rdc è la panacea istantanea ad una “malattia” di cui non si vuol trovare la cura definitiva.  La vera e annosa malattia del Mezzogiorno resta la mancanza di investimenti che abbiano effetti a lungo termine e che generino posti di lavoro, premesse essenziali per la crescita individuale di una persona e collettiva . Una cosa è lavorare in un’azienda, avere un’identità, un obiettivo, uno stipendio regolare e,  poter fare progetti di vita e un’altra, invece,  è avere il Rdc. Per quanto può durare? Non ci dimentichiamo che i ragazzi continuano ad emigrare e chi resta,  spesso e volentieri,  è costretto ad accettare condizioni pessime contrattuali, di diritti , di salario e di dignità in Campania, così come nel resto del Sud”.

Il reddito di cittadinanza prevede anche l’occupazione, ci sono risultati in quanto ad occupazione reale? “Forse è troppo presto, ma al momento presso i nostri sportelli di caf e patronato Uil risulta solo l’erogazione del sostegno al reddito, non sappiamo di “chiamate” al lavoro, all’occupazione concreta. Molti centri per l’impiego hanno avviato le DID , le dichiarazioni immediata di disponibilità, che vanno fatte entro 30 giorni dall’accettazione della richiesta del rdc da parte dell’insp, altri li stanno ancora avviando. Il punto è : il sostegno c’è perché ci sono le risorse per il momento, ma il lavoro come lo si inventa se non c’è?”.

Navigator: il caso Campania, unico su tutta la nazione? Come si esce da questa impasse? “Vede , noi ci troviamo di fronte ad una lama a doppio taglio: da un lato la speranza ed il diritto per molti nostri giovani, (vincitori di concorso)  di avere finalmente un’opportunità di lavoro, seppure a tempo determinato,  col concorso Anpal per i navigator da impiegare nei centri per l’impiego e dall’altra, la speranza ed il diritto,  da più tempo preteso, di chi già lavora in Anpal ed è precario da anni. Si tratta della stessa fame di lavoro e di dignità, seppure in situazioni diverse. Non dovremmo permettere una guerra tra lavoratori, tra giovani, tra fasce vulnerabili. Una soluzione va trovata e non è solo in mano alla regione, ma anche ad Anpal e al governo. E’  necessario che essi diano le giuste risposte a tutti.  E mi permetta di aggiungere che in Campania le sacche di precarietà sono esistenti in molti settori, dalla sanità alla scuola, cosi come negli altri settori della pubblica amministrazione. E poi  a proposito di politiche attive , al netto del reddito di cittadinanza, ci sono molti ex lavoratori, penso al bacino di crisi di Caserta o all’area Torrese stabiese, che non hanno né il reddito di cittadinanza, né le vecchie politiche attive di sostegno al reddito, né un posto di lavoro. A loro chi ci pensa? Non sono mica esseri umani di serie B”.