L'eterno "reboot" del m5s: anti-euro, europeista, sovranista, e domani?
Prima giurano fedeltà all'UE, poi flirtano con il Pd quindi tornano sovranisti, reinventandosi di continuo a seconda dei sondaggi
Oggi il m5s è sovranista e sulle stesse posizioni della Lega. Ieri giurava fedeltà alla UE e flirtava con il Pd. Ieri Luigi Di Maio lodava Sergio Mattarella, oggi ne chiede l'impeachment. Al tempo stesso però Roberto Fico continua ad apprezzare pubblicamente l'operato del Capo dello Stato.
Ma da che parte sta, veramente, il Movimento 5 Stelle? Da tutte e da nessuna, si potrebbe rispondere. O meglio, dalla propria, da quella di una forza politica che si sposta a seconda dell'aria che tira e dei sondaggi. Nei cinque anni della legislatura precedente, seduti sui banchi dell'opposizione, i grillini hanno potuto tenere i piedi in due scarpe senza sbilanciarsi troppo, pescando consensi a Destra e a Sinistra. Nel momento in cui, vinte le elezioni, hanno invece dovuto scegliere necessariamente uno schieramento, hanno fisiologicamente scontentato una parte dell'elettorato.
In questo caso, i tanti elettori di Sinistra che si stracciano le vesti e i capelli vedendoli seduti al tavolo con Matteo Salvini. Non potendo più raccogliere consensi in quel bacino, oggi i grillini si riscoprono sovranisti dopo aver cambiato varie volte idea sull'euro e sull'Europa, passando da un referendum anti moneta unica al giuramento di fedeltà all'Unione Europea.
Tutto e il contrario di tutto, in un eterno "reboot", in una imperitura, camaleontica, mutazione a seconda della necessità del momento. "Reboot", in italiano "riedizione", è il termine che si utilizza per le nuove versioni di film o di serie televisive, quando i personaggi restano più o meno gli stessi "ma con la totale o parziale riscrittura degli eventi della saga originaria".
La fiction grillina, dopo aver fatto incetta di voti fra gli elettori del Partito Democratico, ora punta a raccogliere consensi nell'ambito Destra e dell'estrema Destra, in un ideale bacino che va dalla parte meno moderata di Forza Italia fino ad arrivare a CasaPound e Forza Nuova.
Ma con quale nuova trasformazione ci stupirà in futuro l'oggi sovranista di ferro M5s? Le posizioni ben più istituzionali di Fico, leader della "Sinistra" grillina, lasciano pensare a un ammorbidimento dei toni in campagna elettorale, cercando di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, come sempre hanno fatto gli scaltri pentastellati. Consci che, qualunque cosa facciano, dicano, promettano per poi rimangiarsi al momento opportuno, troveranno comunque ampio consenso fra gli italiani, che avallano tutto: da Alessandro Di Battista che chiama "male assoluto" Silvio Berlusconi per poi pubblicare libri con la Mondadori, da Luigi Di Maio che tuona "mai con Matteo Salvini che offendeva il Sud" per poi sedersi di buon grado al tavolo con lui, alle mille e una inversione a U del movimento post-ideologico più democristiano dello stesso, compianto, Giulio Andreotti.