Politica

L'intelligenza artificiale e la via italiana

di Giorgia Meloni

L'intelligenza artificiale sprigionerà tutto il suo potenziale solo se il suo sviluppo si muoverà in un perimetro di regole etiche con al centro la persona

La via italiana al governo dell'intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale è la più grande rivoluzione di questo tempo, ed è anche la principale sfida che abbiamo davanti, dal punto di vista antropologico, dal punto di vista economico, dal punto vista produttivo e sociale. Noi eravamo abituati ad un progresso che aveva come obiettivo soprattutto quello di ottimizzare le capacità umane e che si concentrava essenzialmente sulla sostituzione del lavoro fisico, in un mondo nel quale l’uomo rimaneva comunque al centro e poteva anzi concentrarsi sui lavori di concetto, sui lavori di organizzazione.

L’intelligenza artificiale ha ribaltato questo paradigma, perché ad essere soppiantato oggi non è più il lavoro fisico, ma rischia di essere l’intelletto umano, ovvero ciò che da sempre ha reso l’uomo insostituibile rispetto ad una macchina, insostituibile da una macchina.

È una tecnologia che può sprigionare tutto il suo potenziale positivo solo se il suo sviluppo si muoverà in un perimetro di regole etiche che mettano al centro la persona, i suoi diritti e i suoi bisogni. Questa è la bussola che ha orientato e continuerà a orientare il nostro lavoro, a ogni livello. A partire chiaramente dalla Presidenza del G7.

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In questa sfida, il Governo ha scelto di avvalersi di un Comitato composto dai migliori esperti italiani che in questi mesi hanno lavorato con grande competenza per definire un documento di supporto alla definizione della Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale, che è il documento dal quale noi partiamo per fare il lavoro che stiamo portando avanti. Il Comitato ha dato un contributo straordinario e, per questo, voglio ringraziare tutti i suoi componenti che intendo ricevere presto a Palazzo Chigi.

Anche in virtù di questo apporto, il Governo sta predisponendo un provvedimento di legge che ha come obiettivo quello di stabilire alcuni principi, determinare le regole complementari a quelle del regolamento europeo che è in via di approvazione e individuare le misure più efficaci per stimolare il nostro tessuto produttivo. E, inoltre, stiamo lavorando per individuare l’organismo più idoneo a svolgere le funzioni di Autorità competente sull'uso delle tecnologie basate sull'intelligenza artificiale.

Noi siamo convinti che possa e debba esistere una via italiana all’intelligenza artificiale, una via italiana allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, una via italiana al governo dell’intelligenza artificiale. Possiamo costruire questa strada solo attraverso un forte sostegno alla ricerca, alla sperimentazione, a quelle realtà produttive che in Italia già esistono ma che hanno ovviamente bisogno di essere valorizzate per diventare più forti e più competitive.

È un obiettivo ambizioso, che ha bisogno del contributo di tutto il Sistema Italia per poter essere raggiunto. Ma chiaramente quel Sistema Italia ha bisogno che si parta dai grandi "campioni" di questa Nazione. Per questo voglio ringraziare Cassa depositi e prestiti, segnatamente CdP Venture Capital, perché grazie al loro impegno sarà possibile investire un miliardo di euro sull’intelligenza artificiale, sia creando un nuovo fondo di investimento proprio specializzato sulla intelligenza artificiale, sia utilizzando fondi di investimenti che sono già attivi ma che coinvolgono questa tecnologia. È un meccanismo che chiaramente parte per fare moltiplicatore e che serve a attirare ulteriori investimenti.

E allora grazie ancora al Sottosegretario Butti, a tutti i relatori che hanno animato i lavori. Il Governo chiaramente farà tesoro dei vostri contributi, delle vostre proposte, io farò tesoro dei vostri contributi, delle vostre proposte, soprattutto nel mio ruolo di Presidente del G7: sapete che l’Italia ha scelto di portare proprio il tema dell’intelligenza artificiale e del suo sviluppo, del suo governo come questione centrale durante la propria presidenza italiana. E chiaramente fino ad allora - e oltre - dovremmo continuare a confrontarci perché è dal confronto e dal dibattito delle idee che arrivano sempre le soluzioni più efficaci e innovative ai problemi del nostro tempo.